Recensione a cura di Dario Brunetti
Dopo Lo strano delitto delle sorelle Bedin, Chicca Maralfa sigla il suo secondo romanzo che vede protagonista il luogotenente Gaetano Ravidà. Il delitto della montagna è il nuovo noir uscito per la Newton Compton editori.
L’altipiano vicentino della zona di Asiago è interessato dalla tempesta Vaia, che nell’ottobre del 2018, provocò ingenti danni al patrimonio forestale. Un evento di un impatto devastante che causò numerosi incendi nelle zone boschive.
Dopo aver risolto con successo il cold case riguardante le sorelle Bedin, Ravidà è concentrato nell’importante operazione Terra di Nessuno, a seguito di cave di marmo dismesse e che sono state riutilizzate illegalmente come deposito di rifiuti pericolosi. Durante l’operazione viene rinvenuto un cadavere mummificato di un uomo.
Come sempre il luogotenente si affida alla preziosa consulenza medico legale della sua compagna Maria Antonietta Malerba e del professor Franco Introna per risalire all’identità della vittima e al tempo stesso a cosa è dovuto il suo decesso, ma nel frattempo a gettare nel panico il piccolo paese sono altre due morti piuttosto inquietanti.
Saranno per caso collegate al ritrovamento del cadavere, una volta conosciuta la sua identità? Non intendo andare oltre e soffermarmi qui!
Il delitto della montagna è un romanzo a metà tra un giallo e un noir e l’autrice barese è riuscita a costruire alla perfezione l’intero impianto narrativo con una maniacale cura del minimo dettaglio che favorisce lo sviluppo della trama.
Come nel primo romanzo possiamo apprezzare Asiago e il suo altipiano nel suo incanto e nella sua suggestiva bellezza, un comune nella provincia di Vicenza che è stato teatro della Grande Guerra raccontata magistralmente dallo scrittore Mario Rigoni Stern e dal regista Ermanno Olmi, grazie al suo film per la televisione I recuperanti del 1970 (sceneggiatura curata da Mario Rigoni Stern insieme a Tullio Kezich e lo stesso Olmi) e alla pellicola cinematografica Torneranno i prati del 2014.
La Maralfa caratterizza al meglio i suoi personaggi soprattutto il protagonista, quel Gaetano Ravidà sempre alle prese con un passato che fa fatica a dimenticare perché lo scuote nel suo profondo, in particolare la separazione dalla moglie Simona e la lontananza delle sue figlie, Agnese e Monica.
Sentimenti ed emozioni che vengono fuori e che all’improvviso rischiano di diventare ingestibili, ma il luogotenente non deve demordere e andare avanti nell’indagine, nonostante le ferite dell’anima difficili da lenire.
Una scrittura che si contraddistingue per qualità e che non tradisce le attese degli amanti del genere noir; la piccola comunità di Asiago è sconvolta da misteri del passato e del presente e sullo sfondo gli inquirenti pensano che ci siano le ombre della pericolosa Mala del Brenta che per oltre un ventennio ha controllato l’intero territorio del Veneto proprio dove è nata e successivamente si è estesa nel resto dell’Italia nord-orientale.
Una prosa raffinata come quella della Maralfa non può essere che accompagnata dall’eleganza musicale di Leonard Cohen, vi lascio con il link di un brano musicale (citato nel romanzo) dal titolo You want it darker che sarà la prima traccia che prende proprio il nome del quattordicesimo album del poeta e cantautore canadese.