Recensione a cura di Dario Brunetti
Un atteso e gradito ritorno del genovese Matteo Monforte e del suo strampalato e improvvisato investigatore Martino Rebowsky che esce con il terzo romanzo edito Fratelli Frilli, dal titoloQuanto bevono gli avvocati. Martino Rebowsky indaga ancora.
Come lo abbiamo lasciato nella precedente avventura così lo troviamo sempre misogino, pigrone e in grande spolvero nelle vesti di seduttore notturno. Ma possiamo dire a gran voce che con la sua bella Marilù non attacca ?
Ed è proprio così perché è un due di picche garantito e assicurato, anche se il buon Martino tiene duro e non demorde.
A proposito della sua affezionata Marilù, questa volta tocca a lei coinvolgerlo in un’indagine, si tratta di pedinare il figlio di una sua amica, sembra che il ragazzo frequenti strani giri facendola con loschi individui, conosciuti perché spacciano droga.
Intanto un avvocato marittimo della Genova bene, muore in circostanze misteriose, un caso che sembra essere chiuso per morte naturale troverà invece un riscontro completamente diverso perché a quanto pare il luogotenente dei carabinieri Tito Malverde ci vuole vedere chiaro.
I due casi possono trovare qualcosa che li unisce?
A questa domanda non si può assolutamente rispondere perché tocca nuovamente ai lettori immergersi nella nuova avventura del trombettista jazz, protagonista assoluto di notti brave proprio come quelle del soldato Jonathan per ricordare un film di un insolito Clint Eanstwood.
Musica rap, droga. bellezze mozzafiato e un’indagine serrata andranno a impreziosire una trama costruita in maniera sagace dall’autore che ormai ha ben abituato gli amanti del noir.
Monforte a suo modo ci riesce alla perfezione grazie a uno stile che fa dell’originalità l’elemento chiave e vincente, spicca la giusta dose di ironia e leggerezza che vanno a contraddistinguere un personaggio che non si prende assolutamente troppo sul serio, anzi è un autentico collezionista di figuracce però capace di riuscire a mettere lo zampino in quel che serve, scoprire l’assassino, e il buon Rebowsky risulta determinante.
Difficile da credere ma alla fine è così, per la gioia dei lettori, ormai grandi appassionati di questo bizzarro ragazzaccio squattrinato di 130 kg che va ostinatamente contro ogni regola di vita.
Nel mondo di Martino non ci sono regole, perché nella sua mente il Nero Wolfe 2.0 ha già il suo schema prefissato che è un vero e proprio vademecum.
Un personaggio che forse qualcuno azzarderebbe a imitare, ma non fatelo perché di Martino Rebowsky c’è ne solo uno !
Buona e divertente lettura!