Trama
Un periodo storico alquanto incisivo fa da sfondo alla brutale vicenda della piccola Dora; orfana di entrambi i genitori, la bambina cresce tra gli stenti e la povertà; costretta a mendicare sui gradini di una basilica mantovana. Ma improvvisamente il destino le riserva un’ inaspettata svolta; un riscatto sociale e morale.
La piccola viene presa a cuore dal
capofamiglia Benedini e dalla dama di compagnia; crescerà insieme alle figlie del suo tutore divenendo una donna di immensa bellezza e dal forte temperamento. L’ autrice narra una vicenda basata sul reale; una realtà ingiusta dal punto di vista femminile. Una figlia femmina rappresentava all’epoca un disagio; soprattutto nelle famiglie povere per l’inabilità nel lavoro fisico rispetto agli uomini. Nelle famiglie di rango bisognava trovare subito un buon partito a cui offrire la mano e soprattutto la dote delle proprie figlie. Non esisteva nemmeno nell’anticamera del cervello l’idea della donna libera; libera di poter decidere per se, di poter intraprendere una determinata strada anche dal punto di vista lavorativo e soprattutto affettivo. Ciò che non veniva idealizzato fermamente era l’idea di emancipazione femminile. La protagonista
si sente pur sempre inadatta, non ha mai dimenticato le sue umili origini. Il suo scarno passato la perseguita, rende tormentata la propria esistenza non offrendole quella sicurezza in se stessa con cui godersi la propria vita; ma facendo prevalere continuamente una continua incertezza. La guerra, un matrimonio non del tutto felice, un amore clandestino doneranno nuova speranza a Dora; trascinando prepotentemente il lettore in una sinfonica ricostruzione storica che diviene pilastro miliare del nostro intero Paese.