I grifoni della Maremma
Una saga familiare che racconta la parabola di due intere generazioni, seguendo le vicende di un’Italia dai mille volti, che cade ma sa rialzarsi. 1944, ultimi mesi prima della liberazione da parte degli Alleati. Mario Innocenti ha undici anni e vive con la madre Italia, il padre Beppe e il fratello maggiore Emireno nel cuore della Ma- remma. Conducono la vita semplice della gente povera durante il periodo di guerra. La situazione, però, non è destinata a rimanere tranquilla, dato il passaggio delle truppe tedesche e i numerosi rastrellamenti a cui è sottoposta la macchia. Anche la famiglia di Mario ne è vittima e Santa, sorella di Italia, improvvisamente scompare. Quando la guerra finisce, Beppe convince la famiglia a trasferirsi a Grosseto per aprire un bar in società con Roberto, detto il Tartaglione, l’amico partigiano con cui ha condiviso l’infanzia. Il desiderio di cambiamento è tanto, così come quello di ritornare a una vita piena che non sia solo sofferenza e sacrificio. Gli anni passano e un’estate gli Innocenti conoscono i Coppola, una famiglia di Napoli in vacanza nella riviera maremmana con la figlia Rosa. Sono molto distanti a livello sociale, culturale e ideologico, ma questo non impedisce a Rosa e Mario di instaurare quella che da subito sembra ben più di una semplice amicizia. Un romanzo vivido e profondo tratto da una storia vera. Le vicissitudini di due famiglie agli antipodi che hanno lo stesso desiderio di rivalsa di un’Italia in pieno fermento politico e sociale.
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È la storia di una famiglia. Un racconto che parte dal 1944 e attraversa i successivi quarant’anni. Le vicende personali s’intrecciano ad avvenimenti storici di rilevanza nazionale, vissuti dai personaggi con grande intensità. Vero protagonista: l’odio.

Federico Innocenti, in un momento molto critico della sua vita personale e familiare, s’imbatte in un plico dal titolo “Frammenti di vita I&C”, una sorta di diario tenuto da Mario, suo padre.

L’uso della prima persona coinvolge il lettore e rappresenta un punto di forza della narrazione. Interessante la scelta di servirsi di un io narrante che si alterna: Federico legge ed esprime i suoi stati d’animo, anche sollecitati da quanto Mario racconta attraverso le sue pagine.

Le emozioni di cui sono intrise le righe che leggiamo sono profonde e vissute, sentite dall’autore che ha creato personaggi credibili e coerenti. Anche l’ambientazione storica è ben costruita. Durante la lettura Carlo Cassola e Umberto Eco fanno la loro comparsa in modo del tutto naturale.

Apprezzabile la scelta di usare i dialetti grossetano e napoletano in alcune parti del testo, conferisce verosimiglianza a fatti che appartengono a un’epoca in cui il dialetto era il modo più usato per esprimersi nei contesti confidenziali e familiari.

La trama è ben costruita e la lettura procede scorrevole e senza intoppi.

Nonostante il contesto storico sia rispettato, si incontrano alcuni anacronismi che forse sono sfuggiti.

Nota personale: avrei apprezzato un maggiore approfondimento dei personaggi di Federico e sua moglie Elena, le ragioni della loro crisi.

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