I delitti del dragone
In una tranquilla serata a pochi giorni dal Capodanno, Torino è scossa da due eventi drammatici. In una villetta di via Servais, un’intera famiglia viene trucidata in modo orribile. Si tratta di cittadini cinesi che nulla hanno a che fare con la giustizia. Genitori e due figli. Un muro bucato e la scoperta di una stanza segreta. Quasi alla stessa ora, un boato scuote la Val Susa. Si tratta di un ordigno esplosivo in un cantiere della TAV di Chiomonte. Altri cadaveri che non sanno chi ringraziare. Si tratta forse di un atto terroristico? Alessandro Meucci, dirigente della squadra mobile e Maurizio Vivaldi, ex poliziotto e investigatore privato, vengono coinvolti in un’indagine che appare da subito paradossale. Le ipotesi, per entrambi i casi, possono infatti provenire da molto lontano e sconvolgere del tutto l’ordine naturale delle cose. Ma, eliminato l’impossibile, ciò che resta, per improbabile che sia, deve essere per forza la verità. Lo diceva un certo Sherlock Holmes.
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I delitti del dragone

Trama

In una tranquilla serata a pochi giorni dal Capodanno, Torino è scossa da due eventi drammatici. In una villetta di via Servais, un’intera famiglia viene trucidata in modo orribile. Si tratta di cittadini cinesi che nulla hanno a che fare con la giustizia. Genitori e due figli. Un muro bucato e la scoperta di una stanza segreta. Quasi alla stessa ora, un boato scuote la Val Susa. Si tratta di un ordigno esplosivo in un cantiere della TAV di Chiomonte. Altri cadaveri che non sanno chi ringraziare. Si tratta forse di un atto terroristico? Alessandro Meucci, dirigente della squadra mobile e Maurizio Vivaldi, ex poliziotto e investigatore privato, vengono coinvolti in un’indagine che appare da subito paradossale. Le ipotesi, per entrambi i casi, possono infatti provenire da molto lontano e sconvolgere del tutto l’ordine naturale delle cose. Ma, eliminato l’impossibile, ciò che resta, per improbabile che sia, deve essere per forza la verità. Lo diceva un certo Sherlock Holmes.

Recensione a cura di Dario Brunetti

In Italia il fenomeno criminale è sempre più dilagante, basti pensare che ci sono forti insediamenti dovuti ad associazioni di stampo mafioso e ad altre organizzazioni, il nuovo romanzo noir del prolifico Maurizio Blini dal titolo I delitti del dragone  si concentra sull’approdo della Mafia cinese.

Se questo noir fosse un film, penserei a Leon del regista francese Luc Besson dove un’intera famiglia viene trucidata a colpi di arma da fuoco da un commando di agenti. Ma qui non c’è un poliziotto corrotto che corrisponde a Gary Oldman peraltro psicopatico, che motiva la strage molto zelantemente e con eccessivo pragmatismo, rispondendo a un suo collega e dicendo stavamo facendo il nostro dannato lavoro, qui siamo di fronte a una mattanza che si impreziosisce per la sua aberrante crudeltà, ancor di più della pellicola cinematografica.

La stessa dinamica ha qualcosa dell’incredibile, il dirigente della squadra mobile Alessandro Meucci e l’investigatore privato Maurizio Vivaldi troveranno davanti un’indagine particolarmente complessa, soprattutto quando vengono a conoscenza di un altro evento delittuoso. Un ordigno esplosivo in un cantiere della Tav di Chiaromonte dove hanno perso la vita due persone.

Due casi inquietanti sconvolgono il Piemonte che si tinge di rosso sangue, il lavoro per i protagonisti si presenterà duro e spigoloso e con molte insidie, ricostruire i fatti accaduti sarà un’impresa assai ardua.

I delitti del dragone è un noir forte, di grande impatto, dove si concentrano tematiche di carattere sociale che hanno scritto e continuano a scrivere pagine della storia del nostro paese, come il Terrorismo e la mafia cinese.

Ma mi vorrei soffermare su quest’ultimo tema ponendo più di un interrogativo. Ma quanto si sa della Mafia cinese in Italia al giorno d’oggi? E non è una problematica che forse è stata leggermente sottovalutata?

Se un autore di gran lunga esperienza come Maurizio Blini decide di costruire, peraltro in maniera decisamente riuscita, un romanzo noir che parli della Mafia cinese, vuol dire che in Italia l’organizzazione criminale è molto sottovalutata e se pensiamo al fatto che solo una sentenza della Corte di Cassazione di ben vent’anni fa è riuscita a dimostrarne a pieno regime la sua esistenza.

La pandemia ha inevitabilmente colpito l’economia di un paese già messo abbastanza male e i gruppi criminali cinesi non fanno altro che passare sotto le macerie di attività economiche, rilevandole e acquisendole a pieno titolo.

L’autore piemontese con il fiuto da ex poliziotto sa portarci davanti a una realtà che forse non tutti conoscevamo e che mi sembra proprio il caso di approfondire come merita, iniziando proprio da questo noir di buona fattura, dove si sviscera anche un tema molto attuale legato alle popolazioni del territorio della Val di Susa, di quel gruppo di cittadini che li vede compatti da formare un movimento di protesta contro la realizzazione di infrastrutture per l’alta velocità ferroviaria.

La narrativa di genere inquadra al meglio le problematiche di un paese sempre più alla deriva, che non da segnali di ripresa, Blini è uno degli autori davvero capaci di affrontare questioni sociali di primaria importanza e ci da modo, di accendere le luci su qualcosa che mi sento di dire è fin troppo passato in osservato.

Attraverso una prosa amara e pregna di malinconia, tornano due personaggi fin troppo conosciuti e apprezzati dal lettore, come Meucci e Vivaldi, questa volta li troviamo inesorabilmente svuotati e messi con le spalle al muro da un sistema più grande di loro, ogni tentativo per contrastarlo sembra risultare vano e occorre unire le forze più che mai anche quando sembrano venire meno, solo cosi possiamo cercare di ambire ad una speranza, che la giustizia trionfi sul male. Forse nella realtà non sempre è qualcosa di facile attuazione ma almeno ci sono magistrati e forze dell’ordine che ci provano !

Ottima lettura di un noir imperdibile !

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