“Gli undici inganni” è il secondo giallo di Robert Gold, dopo il grande successo di “I dodici segreti”, bestseller in Inghilterra e molto apprezzato da critica e lettori anche da noi.
Robert Gold ha quello stile di scrittura che trascina immediatamente nella storia e, fin dal primo capitolo, si è completamente coinvolti nel mistero che diventa a ogni nuovo capitolo sempre più intricato e dove la verità viene a galla piano piano, filtrata da tanti depistaggi e omissioni, in un susseguirsi di sorprese e di svolte che rendono “Gli undici inganni” un giallo da consigliare anche a chi ama la detection story più tradizionale.
Il thriller segue lo schema del libro precedente, mettendo ancora in campo il giornalista d’inchiesta Ben Harper, che lavora per un sito di notizie online e vive nel sobborgo immaginario di Haddley nelle vicinanze di Londra, accanto alla detective Dani Cash che, nel romanzo d’esordio, ha lavorato all’indagine sul tragico caso riguardante la morte del fratello minore e anni dopo della madre di Ben.
Scritto in undici parti, ogni parte inizia in un giorno specifico e ogni giorno è diviso in capitoli. La storia è raccontata secondo due linee narrative, una in prima persona da Ben Harper e l’altra in terza persona, sia nel presente, sia nel passato, riferita a Dani e questa scelta esalta la complessità e il coinvolgimento in questo giallo contemporaneo, che aggiorna e modernizza gli stereotipi tipici del genere creando numerose svolte nel plot e tanti colpi di scena.
Una scorciatoia casuale attraverso un cimitero locale, vede Ben imbattersi in un incendio in un centro ricreativo abbandonato, dove qualcuno è intrappolato all’interno. Ben riesce a liberare lo sconosciuto che però scompare nella notte, facendo sì che Ben si chieda cosa abbia da nascondere. All’arrivo della polizia il pavimento frana portando alla luce lo scheletro di una donna. Le cose si complicando quando si scopre l’identità della vittima, che risulta essere la madre dell’agente di polizia Dani Cash, morta in un incendio una ventina d’anni prima e sepolta nel cimitero della cittadina.
“Nascite, matrimoni e morti incrociano tutti la mia strada” dice il reverendo Withers, una delle personalità più importanti di Haddley, e ciò si potrebbe dire di “Gli undici inganni” dove “verità, bugie e non detto” si incrociano e si susseguono in un continuo capovolgimento di situazioni oscure e ambigue, che affondano le radici nel passato e vedono coinvolto anche Jack Cash, capo della polizia al tempo dell’incendio mortale e padre della detective Dani Cash.
Mentre Ben gioca un ruolo inevitabilmente importante in ciò che accade, è sul passato di Dani che l’autore si concentra questa volta, sul rapporto con suo padre, la sua introduzione alla stazione di polizia in tenera età e i ricordi sulla morte molto triste e prematura di sua madre Angela. Non tralascia nemmeno uno sguardo approfondito sul suo matrimonio con il collega Mat Moore, che torna, dopo l’incidente dell’anno prima, sulla sedia a rotelle, a condividere con lei il lavoro in polizia.
Una cosa è certa: sembra che Haddley non sia un posto molto sicuro in cui vivere e i suoi abitanti hanno parecchio da nascondere sotto l’apparente normalità e mediocrità, il che lo rende ancora più interessante per i lettori.
In un complicato intreccio di interessi economici, traffici illeciti, violenze e menzogne che si protraggono da anni, la vicenda procede in modo spedito e attraverso numerosi colpi di scena, svolte inaspettate e senza cali di tensione il romanzo non rallenta mai ed è difficile staccarsi dalla lettura.
L’ombra lunga dell’inganno si stende su quasi tutti i personaggi: anche i “buoni” tendono a mentire non tanto per proteggere se stessi, quanto per salvaguardare i propri cari.
Ne risulta un interessante chiaroscuro, in cui i confini tra il bene e il male, il lecito e l’illecito possono confondersi e sbiadire rendendo la lettura avvincente.


