Fiore di roccia – Ilaria Tuti
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Fiore di roccia – Ilaria Tuti

Trama

«Quelli che riecheggiano lassù, fra le cime, non sono tuoni. Il fragore delle bombe austriache scuote anche chi è rimasto nei villaggi, mille metri più in basso. Restiamo soltanto noi donne, ed è a noi che il comando militare italiano chiede aiuto: alle nostre schiene, alle nostre gambe, alla nostra conoscenza di quelle vette e dei segreti per risalirle. Dobbiamo andare, altrimenti quei poveri ragazzi moriranno anche di fame. Questa guerra mi ha tolto tutto, lasciandomi solo la paura. Mi ha tolto il tempo di prendermi cura di mio padre malato, il tempo di leggere i libri che riempiono la mia casa. Mi ha tolto il futuro, soffocandomi in un presente di povertà e terrore. Ma lassù hanno bisogno di me, di noi, e noi rispondiamo alla chiamata. Alcune sono ancora bambine, altre già anziane, ma insieme, ogni mattina, corriamo ai magazzini militari a valle. Riempiamo le nostre gerle fino a farle traboccare di viveri, medicinali, munizioni, e ci avviamo lungo gli antichi sentieri della fienagione. Risaliamo per ore, nella neve che arriva fino alle ginocchia, per raggiungere il fronte. Il nemico, con i suoi cecchini – diavoli bianchi, li chiamano – ci tiene sotto tiro. Ma noi cantiamo e preghiamo, mentre ci arrampichiamo con gli scarpetz ai piedi.

Ci aggrappiamo agli speroni con tutte le nostre forze, proprio come fanno le stelle alpine, i «fiori di roccia». Ho visto il coraggio di un capitano costretto a prendere le decisioni più difficili. Ho conosciuto l’eroismo di un medico che, senza sosta, fa quel che può per salvare vite. I soldati ci hanno dato un nome, come se fossimo un vero corpo militare: siamo Portatrici, ma ciò che trasportiamo non è soltanto vita. Dall’inferno del fronte alpino noi scendiamo con le gerle svuotate e le mani strette alle barelle che ospitano i feriti da curare, o i morti che noi stesse dovremo seppellire. Ma oggi ho incontrato il nemico. Per la prima volta, ho visto la guerra attraverso gli occhi di un diavolo bianco. E ora so che niente può più essere come prima.» Con “Fiore di roccia” Ilaria Tuti celebra il coraggio e la resilienza delle donne, la capacità di abnegazione di contadine umili ma forti nel desiderio di pace e pronte a sacrificarsi per aiutare i militari al fronte durante la Prima guerra mondiale. La Storia si è dimenticata delle Portatrici per molto tempo. Questo romanzo le restituisce per ciò che erano e sono: indimenticabili.

Recensione di Manuela Fontenova

“Se la storia fosse stata insegnata sotto forma di racconti, non sarebbe stata mai dimenticata.”
(Rudyard Kipling)

Chissà quante storie nella Storia sono state dimenticate nei decenni? Quante lotte, rinunce, atti eroici e vittorie sono caduti nell’oblio?

Potrebbe bastare un racconto a dare nuova luce a un ricordo? Ilaria Tuti ci è riuscita, con il suo nuovo e toccante romanzo Fiore di roccia ci ha riportato ai tempi della Grande

Guerra e ci ha raccontato la storia delle Portatrici carniche. Ma chi sono? Donne, madri, mogli, sorelle che con grande coraggio si occuparono del sostentamento dei soldati che combattevano sulle Alpi carniche. Gerla in spalla e un lungo cammino fitto di insidie, con la paura dei cecchini austriaci, la neve e il freddo e le ferite che il pesante carico lasciava sulle spalle. Ai piedi gli scarpetz, veli di velluto che avvolgevano il piede rendendo ogni passo agile e quasi ovattato. Arrivare in cima con la gerla carica di munizioni o di viveri e con la fatica e la paura negli occhi.

Nel nostro romanzo siamo a Timau, piccolo paese non distante dal confine austriaco, teatro di dolorose battaglie negli anni della Prima Guerra Mondiale. Una comunità di montagna rimasta senza quasi più uomini, le fattorie abbandonate, le stalle vuote e la fame e il freddo ad accompagnare la vita delle donne che videro partire i propri cari.

Lo spettro della fame, della malattia e del freddo non le dissuasero quando i soldati lanciarono un richiamo d’aiuto, quello che veniva chiesto loro era di risalire gli impervi sentieri che portavano al fronte trasportando generi di prima necessità. Donne unite contro la guerra e la miseria e tra tutte Agata, la protagonista, una giovane rimasta in una grande casa con un padre malato da accudire. Giovane Agata e spaventata ma cuore trainante del gruppo delle portatrici.

Ho conosciuto Ilaria Tuti con Teresa Battaglia, un personaggio che ha suscitato in me un’emozione imprevista e indelebile, un’empatia e un amore che non mi abbandoneranno più. Forse è proprio il coraggio delle donne che ha voluto omaggiare che ha spinto l’autrice a cimentarsi in una nuova avventura, un cambio di genere che ha confermato la bellezza della sua penna.

Ci vuole una grande sensibilità per unire sapientemente Storia e sentimenti e lei ci è riuscita. In primis non mi ha fatto rimpiangere la mia amata Teresa, ma soprattutto mi ha fatto conoscere una vicenda a me ignota e quando una lettura riesce ad insegnare, allora tanto di cappello!

Ilaria ci ha parlato della forza della solidarietà, del coraggio e dei legami che sfidano le situazioni più avverse

“La nostra capacità di bastare a noi stesse non ci è stata riconosciuta, né concessa. L’abbiamo tessuta con la fatica e il sacrificio, nel silenzio e nel dolore, da madre in figlia. Poggia su questi corpi meravigliosamente resistenti ed è a disposizione di chiunque ne abbia bisogno. Si nutre di spirito infuocato e iniziativa audace, vive di coraggio. Vive di altre donne. Siamo una trama di fili tesi gli uni sugli altri, forti perché vicini.”

Vengo dalla lettura di un romanzo che mi ha lasciato una grandissima delusione, un’autrice che ha cercato di farsi paladina della difesa della dignità della donna ma paradossalmente l’ha trasformata nell’esatto opposto traendone una brutta copia del peggior esemplare di uomo in circolazione. Grazie Ilaria perché tu invece hai ritratto la dignità, il valore e la forza di ogni singola donna che hai scelto di raccontare, lasciandole libere di essere sé stesse.

Una grande prova per una scrittrice che ancora una volta dimostra un’abilità fuori dal comune, una penna intelligente e curata, una cultura e una preparazione da lodare.

Sono le persone come te che rendono bella la vita dei lettori.

Dettagli

  • Genere: narrativa
  • Copertina rigida: 320 pagine
  • Editore: Longanesi (8 giugno 2020)
  • Collana: La Gaja scienza
  • ISBN-10: 8830455342
  • ISBN-13: 978-8830455344
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