A un certo punto, leggendo questo romanzo, ho pensato a David Bowie. Al suo album Outside, in cui omicidi e mutilazioni venivano elevati a perversa, degenerata forma d’arte. E poi a From Hell di Alan Moore, al cruciale momento in cui la mano chirurgica di William Gull rimpiazza quella maldestra del suo cocchiere, e Gull scopre l’estasi del coltello nella carne, che lo porterà fino all’ultima, visionaria, epifanica devastazione di un corpo, a diventare Jack lo Squartatore.
Ma questo romanzo procede secondo binari propri, intrecciando piste e indizi, nascondendo la soluzione finale in un’abile ragnatela di sviamenti al lettore. E la collaborazione tra la dottoressa Evans e una specie di Mel Gibson più alto soprannominato “Mad” funziona che è un piacere, per la soddisfazione del lettore.