Corpi abbandonati
Doriana Messina, al termine di una complessa indagine in materia di traffico d’opere d’arte rubate, si concede una breve vacanza con l’amica Giorgia del Rio. Ritorna potente il ricordo della morte del padre, Maresciallo dei Carabinieri, scomparso in un misterioso incidente e nasce così un’indagine personale. Incontri speciali e vicende storiche troppo spesso dimenticate, portano dentro un intrigo tra politica, criminalità organizzata e Servizi Segreti. Intanto, a Milano, Giorgia del Rio entra in contatto con alcune donne vittime di violenza domestica. Mondi apparentemente lontani finiscono per intrecciarsi, facendo emergere una straordinaria verità.
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Recensione a cura di Dario Brunetti

Corpi abbandonati è il nuovo romanzo di Emiliano Bezzon edito dalla Fratelli Frilli editori che vede protagoniste Giorgia Del Rio e Doriana Messina.

Dopo aver concluso delle indagini riguardanti un traffico d’opere d’arte, la capitana dei carabinieri Doriana Messina e la psicologa Giorgia Del Rio si concedono delle meritate vacanze di montagna.

Mentre si cerca di far riposare la mente, sono i pensieri che riemergono all’improvviso e non vanno più via soprattutto quando hanno lasciato delle cicatrici interiori nella nostra anima.

Lasciamo ai nostri occhi proprio quei sogni che non fanno svegliare, un po’ come accade a Doriana Messina che a distanza di anni non crede che suo padre, il maresciallo dei carabinieri Saverio Messina, non sia morto a causa di un incidente stradale. A quel tempo sembra che non si sia indagato fino in fondo e si è voluto archiviare il caso con una certa facilità.

Per lei diventerà una questione personale portare a termine un’indagine che appartiene a un passato molto lontano nel quale saranno coinvolte delle potenti famiglie appartenenti all’ndrangheta.

Su cosa stava indagando il maresciallo dei carabinieri Saverio Messina prima di quel fatidico quanto misterioso incidente? Aveva pestato i piedi a qualche figura molto importante da entrare nella cosiddetta “lista nera”.

Doriana partirà per Reggio Calabria per fare luce sul caso e la sua determinazione la porterà a scoprire degli scenari importanti sulla vicenda che impatteranno radicalmente proprio sulla scena del crimine.

Non andiamo oltre perché siamo in un noir nel quale verranno messi in risalto dall’ottimo Bezzon, legami tra la criminalità organizzata e i Servizi Segreti con i quali hanno sancito nel corso degli anni il loro patto criminale.

Intanto Giorgia Del Rio andrà in soccorso di alcune donne vittime di violenza domestica, verrà a conoscenza della storia di Rosanna che riceve umiliazioni e soprusi da suo marito. Il suo aguzzino è un “uomo d’onore” affiliato all’ndrangheta.

I due casi finiranno inevitabilmente con l’incrociarsi portando un’incredibile e sconcertante verità facendo riemergere il valore di un uomo come Saverio Messina che ha rimesso la sua vita per andare alla ricerca di giustizia.

Non c’è solo Reggio Calabria, ma Milano diventa la seconda capitale dell’ndrangheta, grazie al loro insediamento muovono gli affari, nel romanzo viene citata la famiglia dei De Stefano, una cosca di grande rilevo che ha avuto legami oscuri con il mondo istituzioni della massoneria e della destra eversiva allargandosi stringendo in un secondo momento rapporti con la camorra.

Corpi abbandonati è un romanzo che offre uno spaccato autentico della realtà in cui viviamo, l’autore mette anche in evidenza la tematica inerente alla violenza domestica sulle donne, soffermandosi sul persistente fenomeno che attanaglia tante povere vittime che cadono nella rete della sotto denuncia, molti soprusi o abusi sessuali finiscono di rimanere avvolti nel silenzio. Le motivazioni sono davvero molteplici, alcune sono legate proprio alla paura delle ripercussioni che possono avere sulla vittima (come nel caso di Rosanna) a volte invece avvengono per totale sfiducia nel sistema giudiziario.

Veritas filia temporis” (la verità è figlia del tempo) diceva il filosofo inglese Francis Bacon e prima o poi emerge, un po’ quel accade nel noir magistralmente narrato da Bezzon, seppur lasciando quel sapore di amaro in bocca.

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