BELL’ ABISSINA
Nella “Presidenziale”, la sezione della polizia che si occupa della sicurezza di Mussolini, c’è un gruppo molto particolare chiamato “Squadra Fognature”, comandato a perlustrare il sottosuolo di strade e piazze su cui passerà il Duce, a caccia di eventuali bombe. Ed è durante una di queste perlustrazioni che agli inizi degli anni ’30 gli agenti della Fognature trovano le ossa dello scheletro di una donna, sgozzata e scarnificata. Dieci anni più tardi, a Cattolica, il commissario Marino, segretamente e attivamente antifascista col nome di battaglia “Locàrd”, riceve le confidenze di uno degli ex agenti della Fognature: forse la morte della ragazza, e di tante altre, ha a che fare con la famiglia di Francone Brandimarzio, un ricco imprenditore che ha fatto fortuna nelle Colonie, e che adesso si è ritirato a Cattolica, insieme al figlio Attilio e a una giovane e affascinante ragazza eritrea. Una famiglia all’apparenza irreprensibile, e soprattutto intoccabile, dal momento che foraggia gerarchi corrotti e ladri di regime, occultando e distribuendo fiumi di denaro sporco. Il commissario Marino si rende conto che, oltre a smascherare un assassino seriale, questa indagine può mettere in grave difficoltà il regime, ma il filo su cui si muove è davvero sottile, e il rischio di cadere dietro l’angolo.
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RECENSIONE a cura di Edoardo Todaro:

Non posso non iniziare scrivendo che sarà pure una coincidenza, ma a distanza di poco tempo Lucarelli prima, De Giovanni dopo, ci portano entrambi a fare i conti con le atmosfere che hanno caratterizzato gli anni “ in camicia nera “. Sono letture sicuramente da fare, ma che hanno un’importanza particolare visto il periodo con cui abbiamo a che fare: un periodo in cui la rimozione dei crimini perpetuati dal fascismo; “ gli italiani brava gente “; la memoria condivisa, il vinti e vincitori sono tutti uguali; “ Mussolini ha fatto anche cose buone “ e via di idiozia in idiozia; sta divenendo pensiero diffuso e condiviso tra i più..Elemento che la lettura evidenzia è l’essere antifascista ed essere al servizio del fascismo in quanto responsabile dell’ordine pubblico, in questo caso il commissario aggiunto Marino e d il suo combattere il regime clandestinamente, un regime che considera come pericolo per la sicurezza nazionale: il tradimento ed il disfattismo. Un regime che Marino definisce infame. Marino che deve e vuole trovare la verità anche se questa non piacerà al duce. Oltre all’antifascismo, sia di Giustizia e Libertà che dei comunisti; alle limitazioni imposte alla stampa;sono anche i soprusi effettuati nelle colonie, “ mangiatoie “, che vengono evidenziati, Asmara ed i suoi quartieri poveri, e se non fosse una cosa seria, si potrebbe pensare di essere in un Bar Sport con i punti di vista che si confrontano e si scontrano all’interno del commissariato, sull’opportunità o meno dell’entrata in guerra. Un commissario che trae ispirazione per le tecniche di pedinamento, fatto o subito, dal “ Manuale di polizia tecnica “ di Locard, che diviene il suo nome di battaglia e che è strumento di insegnamento nel non confondere i dati di fatto con le ipotesi;Locard ma anche il famoso Lombroso, il criminologo con le sue teorie sul delinquente nato; che per pensare e riflettere o si accarezza il mento o gioca con il distintivo del PNF; isolandosi in un silenzio quasi assoluto. Nonostante il clima cupo che si respira, è l’aria trasmessa da Cattolica e la Riviera Adriatica;con  il Sangiovese che fa compagnia, che stimola il parlarsi e che, ovviamente, va giù bene; le sarde arrosto; che danno ossigeno benefico. La razza perfetta ed imposta al centro delle ragazze uccise in una sorta di purificazione dalle malformazioni non solo fisiche imperfezioni dovute a caratteristiche umane. Un commissario che valuta gli avvenimenti tenendo in considerazione.

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