Acqua cheta
È una tranquilla sera d’estate nella tranquilla Rampe di Bellarena, un paesino di poche anime sulla costa. Rossana e Renzo stanno sorseggiando un bicchiere di vino al bar quando all’improvviso, dopo un litigio furibondo, la ragazza scappa, e verrà ritrovata ore dopo sulla spiaggia. Morta. Cos’è successo veramente? E cosa ne sanno gli abitanti di Rampe, che sembrano tutti molto occupati a farsi i fatti degli altri, ma non a riferirli alla polizia? Segreti, tradimenti, bugie, omissioni: questo paesino forse non è poi così tranquillo… «Rampe di Bellarena ricorda un po’ St Mary Mead, il paesino di Miss Marple. Piccolo, sonnacchioso, tutti si conoscono, ma dovete guardavi le spalle…» (dall’introduzione di Serena Venditto)
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Recensione a cura di Dario Brunetti

Acqua cheta è il romanzo d’esordio dell’attrice teatrale Sara Guardascione uscito per Homo Scrivens editore.

Rampe di Bellarena è un paesino immaginario di pochi abitanti riversato sulla costa dove si respira la pace e la tranquillità; gente che passeggia in riva al mare, anziani che giocano alle carte, bambini che si sfidano a calcio nei loro cortili. Un piccolo paradiso terrestre dove sembra regnare il silenzio.

Quel sembra fa presagire che qualcosa sta per accadere, a tal punto da sconvolgere l’intera comunità, un evento inaspettato che arriva all’improvviso come uno tsunami.

Un incontro al bar tra un uomo e una donna che sfocia in un acceso litigio, la ragazza scappa e dopo poche ore verrà ritrovata morta sulla spiaggia. Si tratta di Rossana Guadagnini, un’attrice non affermata ma che in paese è molto conosciuta. L’uomo con cui aveva litigato è Renzo Diamanti che verrà indagato per omicidio.

A interessarsi del caso saranno Sofia Gentile, giornalista che scrive per la Gazzetta di Bellarena, nonché coetanea della vittima e Christian Foschi, amico di Renzo e organizzatore di cene con delitto. Una coppia di detective molto improvvisata che cercherà di unire le forze per scagionare un innocente e scoprire chi ha ucciso Rossana.

Dovranno fare piuttosto in fretta e non sarà facile, dal momento in cui l’ispettore De Matteis vede in Renzo Diamanti, l’unico colpevole del brutale omicidio.

La lite furibonda e il modus operandi del delitto fa propendere per chiudere subito il caso accusando il compagno di Rossana.

Acqua cheta è un giallo ben scritto che gode di un buon intreccio narrativo e affronta tematiche come la violenza di genere e il pregiudizio nei confronti delle donne, nel modo di come vengono definite superficialmente in una piccola realtà come quella di una comunità in cui tutti si conoscono e si sentono in dovere di formulare un’opinione che molto spesso si trasforma in una sentenza.

Tradimenti, ipocrisie e segreti per un giallo godibile, in cui un piccolo microcosmo diventa teatro di eventi inquietanti.

Acqua cheta oltre a essere il titolo del romanzo, diventa una metafora di vita nel momento in cui tutto è tranquillo ma solo in apparenza.

Sara Guardascione caratterizza al meglio tutti i personaggi della storia diventando credibili per i lettori, interessante il modo in cui interagiscono tra di loro perché ci offrono uno spaccato di vita pulsante, incastonato in una piccola realtà di paese in cui tutto è al di fuori di come realmente sembra.

Un male silenzioso che serpeggia in un piccolo paese come Rampe di Bellarena e che si insidia infimo nelle vite dei protagonisti di questo romanzo che non si limita ad essere un giallo, ma a raccontare qualcosa di più sottile con lucidità ed efficacia.

Nelle cene con delitto si direbbe il giallo è servito!

Buon appetito!

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