A cena con l’assassino
Lily Armitage ha deciso che non metterà mai più piede a Endgame House, la grande dimora di famiglia in cui sua madre è morta ventuno anni prima. I suoi propositi, però, vacillano quando riceve una lettera dalla zia, che la invita alla sfida tradizionale che si tiene ogni anno: il Gioco di Natale. In cosa consiste? I partecipanti dovranno trovare dodici chiavi con i dodici indizi a disposizione. Quest’anno c’è un premio speciale: l’atto di proprietà di Endgame House. A Lily non interessa nulla della casa, ma nel biglietto c’è un dettaglio che basta da solo a convincerla: durante i giochi verranno rivelati gli indizi per scoprire finalmente la verità sulla morte di sua madre. Ma è davvero così o si tratta di uno scherzo di pessimo gusto? Per scoprirlo, Lily deve trascorrere dodici giorni nella grande casa insieme ai cugini, risolvendo enigmi e indovinelli per rivelare, uno a uno, i segreti più oscuri della famiglia Armitage. Quando una tempesta di neve isola la casa da ogni contatto con l’esterno, tutto può succedere…
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Recensione a cura di Marianna Di Felice


Anche se il libro conta 288 pagine, scorre molto velocemente, fin troppo velocemente. Qualche ostacolo è procurato da qualche parola dove saltano vocali o consonanti, come nel nome del povero Gray, chiamato così dalla madre Liliana al posto di Grey in onore dei suoi occhi grigi. Essendo anche di umore grigio era meglio porre una “a” al posto di una “e”, ma a tratti viene rinominato Gary dando un ulteriore colpo a questo sfortunato personaggio dall’animo gentile,profondo e dalla mente intelligente! Un po’ di sano umorismo fa bene e spezza la crudezza degli omicidi che vengono commessi nel libro. In questo romanzo il lettore seguirà i pensieri, le paure, gli attacchi di panico della protagonista, Lily, una ragazza introversa e passiva a causa del trauma che la colpì quando aveva 11 anni, proprio nella casa chiamata Endgame dove avvenivano giochi di Natale con indovinelli da risolvere, nella quale dovrà risolvere l’ultimo grande gioco. Un gioco che le permetterà di capire com’è morta sua madre che Lily ritrovò riversa nel labirinto della casa, usato come marchio della famiglia Armitage. Un bel regalo di Natale della zia Liliana, parente decisamente eccentrica. I personaggi appartengono ai giorni nostri visto che sono muniti di cellulari e tablet che saranno sequestrati ai fini di un gioco pulito, ma in questo giallo si respira un’aria antica. Sarà forse colpa della grande casa di famiglia che sembra quasi parlare quando scricchiola o sarà forse una ipirazione dell’autrice che si fa influenzare da Agatha Christie in qualche scena oppure sarà l’ombra gotica che la stessa autrice vuole far scendere su quella dimora. Qualsiasi cosa sia cattura il lettore! Come se non ci fossero già troppi rompicapi, nel libro l’autrice propone due giochi, praticamente si possono trovare indovinelli nel grande indovinello che muove la trama del libro. La gioventù della famiglia Armitage, potremmo dire, invitata da una zia amante degli indovinelli devono risolverli per ottenere delle chiavi che daranno l’opportunità al vincitore di ereditare la proprietà e dei soldi. Nell’aria si potrà respirare astio, finto buonismo, nervosismo, avidità, falsità, ma anche bontà e simpatia. Nella serie di indovinelli che verrà proposta ci saranno dei riferimenti alla soluzione del caso riguardo la morte della madre di Lily. Ritornare in quella casa dalla quale è fuggita per anni non dev’essere facile, in più la cara Lily nasconde anche un segreto perché lei è davvero brava a non parlare, a tenere tutto dentro tanto da passare per il contrario di ciò che è allo sguardo di tutti. Vecchi ricordi riemergono prepotenti, alcuni luoghi sono ancora difficili da affrontare, ma la protagonista avrà modo di superare le sue paure, soprattutto perché sarà costretta a farlo.
Sinceramente l’ambientazione non è nuova, forse è un miscuglio tra una cena con l’assassino, il vero titolo del romanzo è The Christmas murder game cioè Il gioco dell’omicidio di Natale tradotto letteralmente, e una riunione familiare dove qualcuno dirà agli altri chi erediterà e puntualmente si ritroverà stecchito. Tra umorismo nero e avvenimenti macabri, d’altronde siamo in Inghilterra. Alcune scene possono sembrare addirittura familiari al lettore, magari già lette o già viste in certe serie televisive dai toni retrò alla Miss Marple o alla Poirot, o forse viste nelle avventure della più contemporanea Jessica Fletcher, ma la storia è accattivante e la curiosità fa proseguire la lettura fino alla fine. Più difficile sarà ritrovare l’anagramma delle frasi che l’autrice annuncia all’inizio del libro per rendere la lettura più complessa e il titolo di dodici mistery con ambientazione natalizia. Se si vuole giocare si dovrà mantenere una grande concentrazione! Non contenta l’autrice mette un gioco anche alla fine del libro! Il genere principale del romanzo è il giallo, ma dei toni thriller mettono all’interno delle pagine quel pepe che lo rende quasi angosciante, ma si sconfina anche nel mistery visto che ci sono enigmi da risolvere e che l’assassino si farà vivo solo fino alla fine, anche se il lettore potrebbe puntare su qualcuno che è, ma che potrebbe anche non essere del tutto! Aggiungo una sorta di indovinello altrimenti non c’è gusto!

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