A cura di Manuela Tirini
Film d’oltralpe, che segue pertanto i ritmi della filmografia francese a cui siamo abituati… non lento, ma semplicemente scandito da ciò su cui la regista vuole concentrare la nostra attenzione.
Aurore, la protagonista, è una donna divorziata e con due figlie, alla soglia della menopausa. Perde il lavoro (in realtà si dimette) e la figlia maggiore rimane incinta. Inizia per lei la presa di coscienza di una serie di cambiamenti, fuori e dentro di sé, con i quali non aveva fatto i conti.
Comincia quella fase della vita in cui una donna, in un mondo che va veloce (e a 50 anni l’energia in una donna tende a venir meno), in un mondo che esalta la gioventù, la magrezza e la bellezza (e a 50 anni si è difficilmente magre – complici gli ormoni – e diversamente belle… le rughe spesso non aiutano), comincia a sentirsi esclusa. Quindi senza prospettive. Quindi finita.
Aurore vive tutto questo con paura, tristezza e a volte con delicata disperazione. Non può pensare solo a se stessa perché ha due figlie che, nonostante l’età, hanno ancora bisogno di lei, e come tutti i figli, l’aiuto lo chiedono ed anzi lo pretendono. E lei ha comunque ancora bisogno di loro, per sentire di valere.
Relega pertanto il tentativo di armonizzare se stessa con i cambiamenti che stanno avvenendo dentro e fuori di lei a rari fuggevoli momenti. Tuttavia importanti. Reincontra il suo primo amore e si fa parte attiva per riconquistarlo. Seppur dopo anni. Cura la sua sensualità e si concede persino una storia con un uomo che non vuole ma che ha il merito di farla sentire ancora desiderata e voluta.
Aurore è una moderna donna di mezza età che “brancola” nella vita con la speranza che le si prospetti ancora qualcosa di bello e di travolgente. Insomma una di noi. È un personaggio che dà allegria, che si muove in un mondo tutto femminile, fatto di figlie e amiche con cui gioca e con cui condivide tanto. Ma non tutto.
Gli uomini sono sullo sfondo. Un ex marito che gli ex compagni del liceo faticano a credere come davvero suo marito, seppur ex, un amante “servo” ma dal cuore grande, e l’uomo dei sogni.
Aurore è tutte noi. In tutto. Con la fortuna, per molti insperata, di vedere coronato il suo sogno e di ritrovare l’armonia con se stessa seppur a 50 anni. A molte non capita, ed è questa la forza del film: voler donare la speranza che la vita possa ricominciare anche a 50 anni.
Senza dubbio è un film da vedere, seppur destinato ad avere successo tra una nicchia di persone che in Aurore si rivedono.
La colonna sonora è bellissima, la fotografia colorata e curata ed addirittura una scena è esilarante tanto da sembrare tratta da un film di Woody Allen. Scoprirete qual è.
Uno spaccato di normalità insomma. Nessuna Jane Fonda americana dal fisico strepitoso, ambienti semplici e tipici di case normali, con sullo sfondo una cittadina francese meravigliosa, un oceano che la fronteggia e un clima mediterraneo che sembra di sentire.
Film per pochi, non per tutti!