Jean-Luc Bannalec, autore dei gialli con protagonista il commissario Georges Dupin, si chiama in realtà Jörg Bong
(Fig.1 –L’autore) ed è un tedesco di Bonn. Là, fino al 2019, è stato direttore editoriale di Fischer Verlag, per poi dedicarsi esclusivamente alla scrittura crime con lo pseudonimo di Jean-Luc Bannalec. Un tipico cognome bretone, quello che ha scelto, perché di quel lembo di Francia si è irrimediabilmente innamorato, tanto da acquistare una casa, beato lui, nell’incantevole Concarneau. Ed è proprio lì che Bong – rapito da panorami mozzafiato, antiche leggende e prelibatezze varie – ha concepito e ambientato i dieci romanzi del suo commissario Dupin che, tradotti in quattordici lingue, hanno riscosso un successo strepitoso, tanto da essere trasposti anche in film per la televisione. Interpretati dall’attore svizzero naturalizzato tedesco Pasquale Aleardi, alcuni episodi sono stati trasmessi anche in Italia, su Rai Due, a partire dal 2017.
Tutt’altro che difficile comprendere la scelta di Bong, visto che la Bretagna, una incantevole lingua di terra protesa verso la Manica e l’Oceano Atlantico, ha molte frecce al suo arco, tra una costa (Armor, o “terra del mare”) più dinamica ed edonista e un entroterra (Argoat, o “terra delle foreste”) più segreto e riflessivo, dove ancora si respirano le tradizioni celtiche. Non per nulla i Romani chiamavano la Bretagna Finis Terrae, perché lì quel territorio aspro finiva e diventava un mare aggressivo, una sorta di capolinea del mondo conosciuto, permeato di mistero.
Jörg Bong ne è diventato dunque l’appassionato cantore, con tale forza persuasiva che la regione ha registrato un sensibile incremento nell’affluenza di turisti tedeschi. Motivo per cui ha deciso di insignirlo del titolo di “Mécène de Bretagne” (Mecenate di Bretagna), premio riservato a chi contribuisce in modo significativo alla diffusione dell’influenza culturale, turistica ed economica della regione.
Torniamo al nostro commissario per dire che Georges Dupin è un parigino trasferito per punizione in terra bretone dopo aver recato una imperdonabile offesa nientemeno che al sindaco della capitale. Compare per la prima volta sulla scena letteraria nel 2012 e, come il suo autore, si innamora a tal punto della regione da chiamarvi anche la moglie. In quasi dieci anni diventa protagonista di altrettante inchieste
(Fig.2 – I libri del commissario Dupin), le prime tre edite in Italia da Beat: Intrigo bretone e Risacca bretone nel 2020 e Oro bretone nel 2021.
In esse Dupin perlustra l’intera regione (Fig.3 – I luoghi del commissario Dupin) a bordo di una vecchia Citroën XM e, con l’aiuto della fedele penna Bic, costella di note e schizzi il suo taccuino Clairefontaine. Il nostro commissario non è infatti dotato di una memoria troppo salda, ma in compenso è un tipo molto riflessivo, dall’acume sornione che gli consente di destreggiarsi con successo tra spregevoli segreti e oscure credenze.
Fin dalla prima indagine, stabilisce la sua sede ufficiosa al Restaurant L’Amiral di Concarneau dove, sugli autorevoli passi di Maigret (Il cane giallo e Le signorine di Concarneau), stringe un legame indissolubile con i capolavori della cucina bretone, cui il suo autore ha dedicato un libro di ricette (Bretonisches Kochbuch, Kiepenheur & Witsch, 2017). Petits pains, grands crèmes, sandwich jambon-fromage, crêpes complètes, entrecôtes bretonnes, fruits de mer (frutti di mare), filets de cabillaud (merluzzo) à l’echalote (scalogno), gâteau breton, pommes de terre (patate) Blue Belle, inondano le pagine di aromi corposi e irresistibili. E come dimenticare le galettes bretonnes, deliziose crespelle al grano saraceno farcite di prosciutto cotto e formaggio Emmental, dagli angoli ripiegati a formare un quadrato che al centro custodisce un uovo? Dupin annaffia il tutto con Languedoc “pastoso, vellutato e morbido” o con dorato Sancerre, litri di acqua Badoit e smodate quantità di caffè. Già, perché il commissario è caffeina-dipendente. E qui l’omaggio del suo autore va senza dubbio a Honorè de Balzac che, durante la stesura della sua monumentale Commedia umana, si dice ne abbia consumate addirittura cinquantamila tazze.
Sulla scia di quei profumi Dupin ci trascina per tutto il Finistère: da Concarneau, “città blu” in ricordo del colore delle reti dei suoi pescatori di sardine, fino al piccolo borgo di Pont-Aven, storica sede della comunità di artisti capeggiati da Paul Gauguin, e al colorato porto di Kerdruc. Approda al piccolo arcipelago delle isole Glénan, dal mare ricco di preziose sfumature smeraldo ma agitato da una furia spesso indomabile. Si spinge alle bianche saline di Guerande, dai riflessi accecanti e dall’incredibile profumo di violette del fleur de sal.
I gialli di Dupin rappresentano l’ennesimo esempio di quanto ben funzioni il connubio gialli-geografie. Un po’ abusato però, potreste obiettare. In realtà non liquiderei così banalmente la questione. Se è vero che la formula mistero + luogo incantevole + cucina prelibata si rivela spesso vincente per la capacità di trascinare il lettore in una sorta di viaggio letterario e turistico, è indubbio che non tutti gli autori la sanno proporre con il garbo di Bong-Bannalec. Va anche detto che la Francia sembra rivestire un particolare potere di seduzione sugli scrittori anglosassoni vista anche la passione dello scozzese Martin Walker per il Perigord, cui ho dedicato il mio precedente articolo su questo blog, e quella del tedesco Pierre Martin. Celato anche quest’ultimo dietro uno pseudonimo francese, è autore di una serie di sei romanzi che ruotano attorno a una stravagante coppia investigativa, il commissario Isabelle Bonnet e il suo goffo assistente Apollinaire. Beat ha pubblicato quest’anno il loro primo caso (Madame le commissaire e l’inglese scomparso), una delizia di raffinato umorismo in terra di Provenza, cui spero seguiranno presto anche gli altri.
L’autore
JÖRG BONG è nato a Bad Godesberg, distretto della città di Bonn, nel 1966, e ha studiato filologia tedesca all’Università di Bonn e all’Università Goethe di Francoforte. All’Università di Francoforte ha lavorato come assistente dell’autrice e saggista Silvia Bovenschen e ha supervisionato per alcuni anni le lezioni di poetica.
Nel 1997 ha iniziato a lavorare per la casa editrice Fischer Verlag, ricoprendo dal 2012 la posizione di direttore editoriale. Presso Fischer Verlag ha creato le collane tematiche “Fischer Klassik”, “Fischer Geschichte” e “Fischer Jugendbuch”. Nel 2019 ha dato le dimissioni dalla casa editrice per dedicarsi completamente all’attività di scrittore.
A partire dal 2012 ha pubblicato con lo pseudonimo di Jean-Luc Bannalec una serie di romanzi polizieschi con protagonista il commissario George Dupin ambientati nella regione di Concarneau, in Bretagna, dove l’autore possiede una casa da diversi anni.
I libri sono stati tradotti in quattordici lingue e da essi è stata tratta la serie televisiva tedesca Il commissario Dupin con protagonista Pasquale Aleardi.