MELVILLE DAVISSON POST

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Poco conosciuto in Europa, Melville Davisson Post è stato invece per molto tempo considerato negli Stati Uniti il più importante scrittore di racconti polizieschi o mystery stories dopo Poe. Nato il 19 aprile 1869 a Harrison County, in West Virginia, in una famiglia antica e ricca di proprietari terrieri, Post si laureò in giurisprudenza alla West Virginia University nel 1892 e fu eletto nello stesso anno come membro più giovane dell’Electoral College. Per una dozzina d’anni praticò la professione forense con uno studio a Wheeling, nella sua West Virginia, con particolare riguardo per le implicazioni criminologiche. E proprio questa lunga familiarità con le più svariate questioni di carattere criminologico gli avrebbe consentito di fornire un solido background  tecnico e un’ambientazione ben circostanziata – in quanto a veridicità di disegno – ai suoi futuri racconti gialli.

 

Nel 1903 sposò Ann Bloomfield Gamble Schofield, da cui ebbe un solo figlio, Ira, morto in tenera età. In seguito a questo lutto, i coniugi viaggiarono per breve tempo in Europa, poi, tornati in Virginia, comprarono e gestirono una scuderia per pony da polo. Purtroppo anche Ann morì precocemente, di polmonite, nel 1919, e Post rimase vedovo fino alla morte, avvenuta all’improvviso il 23 giugno 1930, all’età di 61 anni, per una caduta da cavallo, nonostante fosse un abile cavallerizzo.

 

La produzione narrativa di Post fu indubbiamente vasta ed eterogenea. Il suo esordio in giallo avvenne con il personaggio di Randolph Mason – per molti aspetti vicino al Patrick Mulligan della Baronessa Orczy – un ambiguo avvocato di New York molto abile nello sfruttare scappatoie legali e tecnicismi a vantaggio dei suoi clienti. E anche in questo caso l’amoralità di fondo del personaggio contribuisce a creare un modello letterario più gustoso, anche se poi Post non dimostrò di saperlo condurre su una strada di radicale novità. La figura di Mason fu accolta da molte polemiche al suo apparire per le sue posizioni ideologiche; basti pensare alla personale “filosofia”, definita così dallo stesso personaggio: “Il crimine è una parola tecnica. E’ il termine legale per determinati atti che si è definito di punire con un castigo. Quello che la legge permette è giusto, anche se è sbagliato, perché lo punisce. La parola morale è un termine puramente metafisico.”

 

Nei primi due volumi di racconti – The Strange Schemes of Randolph Mason (1896) e The Man of Last Resolt: or the Clients of Randolph Mason (1897) – Mason è dunque raffigurato come un personaggio assolutamente amorale, che consiglia ai criminali come commettere illeciti senza infrangere la lettera della legge. La più nota di queste storie è The Corpus Delicti, in cui il cliente di Mason uccide un amante ricattatore e dissolve il suo cadavere smembrato nell’acido. Nonostante le schiaccianti prove circostanziali, Mason ottiene un verdetto di assoluzione sulla base del fatto che non è stato trovato alcun corpo e non ci sono testimoni oculari della morte della donna (mentre la legge di New York all’epoca consentiva che una di queste due condizioni fosse stabilita da prove circostanziali, ma non entrambe). Tempo dopo Post si difese dalle pubbliche critiche, dichiarando che era sua intenzione esporre pubblicamente le debolezze della legge per fornire così, ai legislatori-lettori, elementi di conoscenza per futuri provvedimenti correttivi. E in effetti, in un terzo volume di racconti – The Corrector of Destinies, del 1908 – Mason appare parzialmente diverso, impegnato a usare la sua conoscenza della legge per scopi molto più morali, e lo stesso Post giustificò con disinvoltura il cambiamento di carattere del suo personaggio, affermando che l’avvocato aveva sofferto di malattie mentali al tempo delle vicende narrate nel 1896-97.

 

La creazione narrativa più nota di Post risulta però Uncle Abner (zio Abner), ieratico amministratore della giustizia in una comunità rurale della Virginia nel periodo antecedente alla Guerra Civile, e prima che la nascente nazione americana avesse un sistema di polizia adeguato. Caratterizzato da una cupa severità protestante che lo renderebbe – secondo qualche critico – una sorta di anti-Padre Brown, zio Abner apparve tra il 1911 e il 1928 in 22 racconti serializzati su varie riviste (principalmente “The Saturday Evening Post”), riscuotendo via via un successo clamoroso, e quando i primi 18 furono raccolti in Uncle Abner: Master of Mysteries (1918), il volume rimase sul mercato per due decenni, e ciò secondo Craig Johnson rese Post l’autore più pagato e più pubblicato in commercio dell’epoca.

 

Fisicamente, Abner è descritto come dotato di una corporatura potente, con lineamenti “scoscesi” e una barba “brizzolata”, e dall’abbigliamento “semplice e cupo”. In tutte le storie è accompagnato dal giovane nipote Martin, che ne narra le avventure, e aiutato dal giudice di pace Squire Randolph. Uomo di grande austerità morale e dal severo bagaglio religioso, Abner ha due grandi attributi per il compito che s’è imposto da sé: una profonda conoscenza e una scrupolosa osservanza dei principi del Vecchio Testamento e un’attenta osservazione delle azioni umane. Un esempio delle acute capacità deduttive di zio Abner, in una delle sue indagini, è la sua dimostrazione che un sordo non poteva aver scritto un certo documento, perché una parola in esso era foneticamente errata.

 

Il canovaccio delle diverse storie di Abner rimane per lo più invariato, mentre notevole è la variazione degli intrecci, anche se in genere condotto su un piano letterario piuttosto convenzionale e in debito con altri grandi scrittori americani. The Doomdorf Mystery, per esempio, uscito sul “Saturday Evening Post” il 18 luglio 1914, ci presenta un classico delitto della camera chiusa, d’ambientazione rurale e virginiana ma sul modello dei celebri Delitti della Rue Morgue di Poe (e il critico Grant Overton – nel suo Cargoes for Crusoes del 1924 – lo giudicò un “importante evento letterario”). Un altro critico, Howard Haycraft, nel suo Murder for Pleasure (1941) definì Abner “il più grande contributo americano” alla lista dei detective immaginari dopo il Dupin di Allan Poe, mentre Ellery Queen valutò i racconti con Abner come “an out-of-this-world target for future detective-story writers”.

 

La galleria dei personaggi creati da Post non si arresta però a Mason e Abner. In The Sleuth of St. James’s Square (1920) e in The Bradmoor Murder (1929) facciamo la conoscenza di sir Henry Marquis, capo del Dipartimento Investigazione Criminale di Scotland Yard, al quale pensò il grande John Dickson Carr per un suo personaggio, il colonnello Marquis protagonista di un suo importante testo, The Third Bullet. E sempre negli anni Venti, coi racconti di Monsieur Jonquelle, Prefect of Police of Paris (1923), Post presentò un’altra figura poco ortodossa di tutore della legge, un prefetto di polizia stavolta francese. Presenze estemporanee furono invece quelle dell’investigatore Walker, compreso in alcuni racconti di Sleuth, e del colonnello Braxton, avvocato e virginiano come l’autore (in The Silent Witness, 1930).

 

Per la sua stessa fisionomia narrativa, di autore di racconti anziché di romanzi, di Post in Italia è stato pubblicato pochissimo, e in epoche e sedi molto diverse tra loro. Ci risultano finora, nell’ordine:

Le orme del diavolo, nell’Omnibus Il breviario del crimine, SugarCo 1962;

La legge segreta, nella raccolta Polizieschi classici, Savelli 1978;

Il mistero della morte di Bradmoor, edito dalla Compagnia del Giallo Classico-Gruppo Newton nel 1996, un’antologia coi racconti di Henry Marquis (e in e-book, 2013);

Un atto di Dio (An Act of God, 1913), nell’antologia Enigmi e misteri, Polillo 2009, nella nota collana I Bassotti, n. 63 (e in e-book, 2018);

La grande finzione (Monsieur Jonquelle: the Great Cipher, 1921), nell’antologia Delitti in codice, Polillo 2009, I Bassotti, n. 76 ;

La notte oscura, nell’antologia Einaudi I Gialli di mezzanotte, 2014;

La vigna di Nabot, in AA.VV., La morte viene da lontano, Gli Speciali del Giallo Mondadori n. 86, 2018 (con Peter Lovesey, Un fantasma per Cribb, e Paul Harding, Fratello Athelstan: il regno del male).

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