Anche per questo mese, la proposta per la rubrica è dovuta al gruppo di lettura del quale faccio parte. Ho grande stima di Valerio Varesi, lo leggo sempre con grande interesse e gli sono grata perché ogni suo libro mi offre spunti di riflessione, per questo motivo ho proposto il suo “Lo stato di ebbrezza“ pubblicato nel 2015 per la collanna Frassinelli di Sperling&Kypfer al gruppo e con l’occasione lo propongo anche per questa rubrica.
Oggi il libro si trova in “Trilogia di una Repubblica” che contiene i libri: La sentenza – Il rivoluzionario e appunto Lo stato di ebbrezza. (Sperling &Kupfer nella collana Frassinelli).
Valerio Varesi, quando parla della trilogia, racconta che di fronte al cadavere della prima Repubblica si sia chiesto chi mai avesse ammazzato i progetti di almeno tre generazioni. Ne ha scritto, partendo dal primo dopoguerra, per arrivare con “Lo stato di ebbrezza” ad anni più vicini: “dove la politica vaudeville sembra diventata un palcoscenico sul quale cominciano a danzare nani, sciantose e pagliacci, in una grande farsa generale“
Gli anni Ottanta, quelli nei quali l’economia prevale sulla politica, quelli dove bisogna essere moderni, capire le sfide e anche quelli successivi a Tangentopoli sono gli anni dei quali ci narra Valerio Varesi attraverso le vicende di Domenico Nanni, il protagonista, che raccontandoci di sé, in una sorta di diario, racconta un Paese che cambia pelle e sembra perdere tutta quella pulsione etica e morale che aveva caratterizzato il dopoguerra.
Domenico, dopo essere stato a lungo giornalista di nera dell’Avvenire, aver creduto al rampantismo facendo la sua parte nella società, passa dall’essere “un bruco legato alla terra”, a una “volatile farfalla pronta a seguire il vento e i colori”. Ha una storia sentimentale con Susanna, “la personificazione” degli anni Ottanta, Lavora come una sorta di consulente per politici. Vive il capolinea della prima Repubblica, a un meeting importante incontra Carmen, una giovane cattolica che lo incuriosisce. È disoccupato ma non ha problemi di soldi nell’immediato, convinto di potercela fare. Per porre fine al periodo di disoccupazione, diventa consulente di una banca, deve valutare progetti, degni di essere finanziati. Se la frequentazione di giovani gli fa bene, il mondo che lo circonda non gli piace, non ci si trova a suo agio, poche le persone che vede, con la sua giovane compagna le cose vanno avanti senza grandi scosse, Domenico si sente spesso a disagio nel loro rapporto.
Un incidente in macchina lo rende paraplegico, dipendente da Carmen, alla quale delega tutte le incombenze pratiche, lei lo accudisce con premura. Più lei diventa materna, più lui regredisce in un’infanzia artificiale, Carmen assomiglia sempre più a sua madre. Il disincanto che lo accompagna vedendo ciò che sta succedendo nel Paese è una costante nella sua esistenza.
La scrittura di Varesi è caratterizzata da toni sobri e raffinati, da una grande capacità di evocare emozioni intense e di far riflettere su questioni esistenziali profonde. Il romanzo non si limita a essere il racconto della vita e delle scelte di una persona disincantata, ma si configura come una riflessione esistenziale, un viaggio interiore. Il lettore, se ha vissuto quel periodo, troverà spunti per interrogarsi su quanto è successo al e nel nostro Paese. Se invece non ne sa molto, ha modo di scoprire, attraverso un romanzo, che a tratti sembra un saggio, quanto è accaduto.
Trama:
Domenico Nanni è un uomo che sta facendo i conti con se stesso. A sessant’ anni, si guarda indietro e quello che vede è l’immagine di chi non si è fatto scrupoli ad arraffare tutto ciò che poteva, senza nulla in cui credere se non successo, potere, denaro. Presto orfano di padre, cresciuto da una madre che ha sgobbato per potergli garantire un’istruzione, negli anni Sessanta Domenico sposa gli ideali rivoluzionari, forse più per il desiderio di essere come gli altri che per convinzione. Giornalista di nera a “l’Avvenire”, per un po’ se ne sta a guardare, ma ben presto inizia a cedere alle lusinghe di un mondo sensuale, prepotente e affascinante che si va affermando giorno dopo giorno. Con gli anni Ottanta inizia il gran ballo, e molti pensano a riempirsi la pancia, con buona pace di sogni e utopie. Nanni è uno di quelli. Con l’ascesa del Partito Socialista e la vittoria di una politica del bengodi, salta sul carro del vincitore e – grazie anche all’aiuto di Susanna e della sua prorompente e cinica vitalità – si reinventa come pierre, perché “se la fame non c’è, bisogna ingolosire”. Un teatrante che vende idee ammantandole d’oro. Si sporca le mani con la politica, l’industria, la finanza, e così attraversa gli ultimi trent’anni della storia italiana. E la sua parabola diventa metafora di quella del nostro Paese.
Dettagli
- Genere: narrativa
- Copertina rigida: 317 pagine
- Editore: 1^ uscita Sperling & Kupfer 2015 copertina rigida
- Lingua: Italiano
- ISBN-10 : 8888320830
- ISBN-13: 978-8888320830