Trama
“Non c’è nessuna coerenza nelle nostre vite” pensa il protagonista di questo romanzo. “Ci siamo solo noi, che la reclamiamo. A creare l’universo non può che essere stato uno scrittore fallito”. Ma se è così che stanno le cose, può un essere umano vivere la propria vita come se scrivesse un racconto che qualcuno deve leggere? Vince Corso è un professore precario, non più giovanissimo. È nato dalla relazione fugace della madre, che lavorava in un hotel a Nizza, con un viaggiatore e, ogni volta che ne sente il bisogno, Vince manda una cartolina al padre sconosciuto all’indirizzo dell’albergo. L’unico ricordo che ha di quell’uomo sono tre libri lasciati nella stanza come un’eredità che gli ha segnato l’esistenza: Vince ora è un’anima di letterato che ha letto forse troppo, convinto che la scrittura sia una strana menzogna capace di manipolare la vita, perché, come dice Celine, “se si immerge un bastone in un lago per vederlo intero bisogna spezzarlo” e per lui i romanzi sono quel lago. Per sbarcare il lunario, si inventa una professione, la biblioterapia. Qualcuno gli parla del proprio male, nello spirito o nel corpo, drammatico o ridicolo, e Vince gli consiglia un libro come medicina. Da principio lo fa con timidezza ma, poco a poco, si conquista una clientela, fatta di sole donne. E intanto lo prende un’intrigante curiosità per l’enigma del rapporto fatale tra la letteratura e la vita. E quando scopre che la vicina è scomparsa… comincia a studiarla attraverso i libri…
Recensione a cura di Dario Brunetti
La cultura ci rende liberi, se poi a farlo sono i libri il dado è tratto. È un po’ quel che accade nella Lettrice scomparsa (Sellerio Editore), opera dello scrittore Fabio Stassi con la quale si è aggiudicato nel 2016 il Premio Scerbanenco.
Il personaggio principale di questo delizioso e originale giallo è Vince Corso ex insegnante precario, nato a Nizza da una fugace relazione tra una cameriera italiana e uno sconosciuto al quale invia ogni tanto una cartolina all’indirizzo di un albergo. L’unica sua eredità sono tre libri, che segneranno l’esistenza dello stesso Vince.
Il protagonista si inventa un nuovo lavoro come biblioterapeuta, che consiste nel curare la gente, soprattutto donne in realtà, con la lettura di Heminguay, Jorge Amado, Raymond Chandler e altri mostri sacri della letteratura. Il tutto, fissando come base una soffitta romana di Via Merulana.
Intanto qualcosa accade in quel condominio: scompare la signora Parodi, inquilina del piano di sotto, e Vince Corso non resterà a guardare, anzi si getterà a capofitto nelle indagini. Inizialmente i sospetti cadranno sul marito, ma si scoprirà una realtà totalmente diversa e fuori dall’immaginazione, e sarà lì che la storia inizierà a tingersi di giallo.
Fabio Stassi scava entrando nei meandri della letteratura e del suo significato più profondo tramite la riscoperta di grandi scrittori del passato, rivelando cosa effettivamente la letteratura può offrire al lettore e in quale magico mondo lo può portare. Lo fa creando un personaggio come Vince Corso, che prescrive libri come fossero medicine, ma si riveleranno vere e proprie terapie dell’animo umano e, addirittura serviranno come strumenti per la risoluzione di un delitto.
Attraverso l’approfondimento di un libro, quanto diventa fondamentale e basilare il rapporto che si instaura con il suo lettore? Un testo offre dinamiche e aspetti importanti, porta a spunti di riflessione, incide sull’umore positivo o negativo di una persona a seconda di quel che ha potuto suscitare la stessa lettura, può dare insegnamenti di vita e molto altro ancora.
Nel corso degli anni Fabio Stassi si rivelerà uno scrittore elegante e raffinato, grazie alla lettrice scomparsa è riuscito a toccare tematiche che riguardano l’esistenza: la spasmodica voglia di rinascita che si contrappone alla morte di un’io interiore fino ad arrivare alla ricerca di se stessi e al destino che ci aspetta.
Una grande lezione di letteratura come forse non si dava da tempo per un romanzo tutto da vivere e da scoprire.