È da poco uscito per Mursia, nella collana e-book di Giungla Gialla, il romanzo noir Una morte senza valore di Angelo Marenzana, ambientato tra Genova e Alessandria.
E proprio di Alessandria è l’autore, narratore noir di razza e abilissimo nel raccontare storie nere ma dalla forte connotazione umana. Ricordiamo i suoi due personaggi seriali, il Commissario Bendicò e l’ex poliziotto Maida, protagonisti di due saghe che si svolgono in periodi diversi del ventennio fascista, le sui avventure sono state pubblicate da Rizzoli, Baldini & Castoldi e Fanucci.
Marenzana è maestro nel raccontare il passato, dagli anni tra le due guerre ai Settanta del terrorismo. Sorprende, quindi, che in questa nuova creatura si sia cimentato con una storia contemporanea, un noir criminale che sfugge alla classiche definizioni di genere.
Non c’è infatti un vero giallo da risolvere, e il confine tra buoni e cattivi è sfumato. Caratteristica questa tipica di Marenzana, ma che in Una morte senza valore è ancora più accentuata. Il lettore segue gli avvenimenti passo dopo passo e viene tenuto al corrente di tutto quello che succede. Non c’è quindi un colpevole da svelare, eppure i colpi di scena sono continui e lo sviluppo tiene incollati, una pagina dopo l’altra.
La trama, in breve e senza spoiler.
Giacomo Morgantini e Fabrizio Colonna sono due medici legali che si occupano delle autopsie. Sono disincantati e ironici, abituati ad avere a che fare con la morte per lavoro e forse per questo innamorati della bella vita. Un giorno capita sul loro tavolo autoptico una faccia conosciuta: Eugenio Nascimbeni, detto Nacho.
L’uomo non solo è un loro buon amico, ma anche il loro pusher di fiducia.
Da una serie di indizi, i due capiscono che quella che sembra una morte per overdose, nasconde qualcosa di più misterioso. Decidono, con l’aiuto di Leah, mistress di mestiere e compagna di Nacho, di indagare per loro conto. I due, infatti, preferiscono evitare di coinvolgere direttamente le forze dell’ordine per timore di svelare i loro rapporti con Nacho.
I sospetti si appuntano sul boss criminale Sorrentino e su Hernandez, messicano alla Narcos che cura i traffici di droga dell’organizzazione. Il piano è semplice: accertare le sue responsabilità e – con uno stratagemma – consegnarlo anonimamente alla polizia con le mani nel sacco.
Di fronte alla possibilità di una vendetta personale, però, le certezze dei due medici vacillano. Da qui la vicenda prende una piega che non vi possiamo ovviamente svelare, ma che coinvolge altri personaggi. Un poliziotto disilluso, il commissario Lanzavecchia, ma che riserverà qualche sorpresa; un anziano e misterioso turco esperto d’occulto e tarocchi; Luna, un’affascinante trans brasiliana e quello che pare lo spettro di una donna in rosso.
Il romanzo si legge come un bicchiere d’acqua fresco. Marenzana è abile nell’evitare le trappole tipiche dei romanzi contemporanei, soprattutto quelle tecnologiche e di un’eccessiva indagine nellevicend epersonali degli attori. Il lettore è portato, attraverso lo svolgimento della parte noir, a interrogarsi su grandi temi, come quello della vendetta e della giustizia. Fin dove ci si può spingere per un concetto personale di giustizia? Le morti possono avere un valore diverso a seconda della persona?
A tratti pare quasi di sentire echeggiare Lo straniero di Camus, ma le schermaglie tra Morgantini e Colonna, o le disavventure di Lanzavecchia riescono sempre a smorzare la cupezza delle riflessioni. Un altro fantasma che aleggia nelle atmosfere notturne e atratti ciniche del romanzo è quello di Giorgio Scerbanenco, nume tutelare del noir italiano e maestro delle suggestioni ciniche e violente che ritroviamo anche in Una morte senza valore.
In definitiva, il nuovo lavoro di Angelo Marenzana è di quelli che garantiscono qualche ora rilassante ma non scevra da input verso riflessioni importanti. E, cosa da non sottovalutare, lo fa proponendo uan scrittura asciutta e matura, a tratti tagliente, in grado di soddisfare i palati dei più fini amanti del noir.