Torino tamarindo. La nuova indagine del commissario Aldo Piacentini
In un’estate calda e sonnacchiosa degli anni Settanta non c’è un attimo di pace per il commissario Aldo Piacentini: già provato dalle frequenti liti e le continue ripicche tra l’anziana madre e la promessa sposa, che si è trasferita da loro, il responsabile della squadra omicidi torinese deve affrontare nuovi grattacapi sul lavoro. Nei sotterranei della Basilica dei Santi Maurizio e Lazzaro, a poca distanza dal movimentatissimo mercato di Porta Palazzo, viene rinvenuto il cadavere mummificato di un uomo: chi ha condotto l’esperimento per ridurlo in quello stato? E non è l’unico problema: Piacentini deve occuparsi anche del temuto ritorno dalla Spagna del killer Antonio Ponto. Una grana che proveranno a risolvere anche i carabinieri attraverso uno dei loro ufficiali più brillanti, il maggiore Stefano Tangitano soprannominato “Rosso Fumante”. Come non bastasse anche l’agente segreto Stella torna da Venezia nel capoluogo piemontese, dove subito deve fare i conti con il suo passato e un vecchio amore che giammai avrebbe voluto rincontrare.
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Recensione a cura di Dario Brunetti

Torino tamarindo segna il ritorno di Ivano Barbiero e del commissario Aldo Piacentini alle prese con uno sconcertante omicidio.

Nei sotterranei della Chiesa dei Santi Maurizio e Lazzaro viene rinvenuto un cadavere mummificato che è di certo stato sottoposto a un esperimento.

Per il medico legale sarà un’impresa capire cosa ha ucciso quest’uomo e arrivare a scoprirne l’identità.

Il romanzo è arricchito da tanti personaggi: c’è il ritorno dalla Spagna del pericoloso, quanto spietato, killer Antonio Ponto, pronto a destabilizzare nuovamente il capoluogo piemontese, (il commissario Piacentini dovrà dunque vivere in condizione di massima allerta) poi sulle tracce del serial killer troviamo anche il maggiore dei Carabinieri Stefano Tangitano, denominato “Rosso Fumante “ e infine da Venezia rientra l’agente segreto Stella per rivedere la sua amata e saldare qualche conto in sospeso.

Una Torino avvolta nel mistero di quei luoghi oscuri che nascondono più di un segreto, con i personaggi leggermente invecchiati dal precedente romanzo, che sono protagonisti o pedine di una storia piena di intrighi.

Barbiero tiene bene saldi i fili di una trama articolata, regalandoci un noir spiazzante, ambientato in una Torino che sembra sconosciuta agli occhi del lettore. L’autore con audacia la rende enigmatica e sfuggente, ce la fa ammirare in una veste sicuramente più tetra, in cui il buio prende forma e consistenza attraverso quel colore della notte e dei sotterranei che sono teatro degli orrori.

Lo stile di scrittura si rivela del tutto scorrevole e molto coinvolgente per una storia che regala sorprese.

Una Torino degli anni ’60 che non ti aspetti, ho potuto apprezzare questo noir proprio per la sua imprevedibilità e per quella voglia di stupire il lettore. Un esperto cronista di nera come Barbiero ha saputo mettere in piedi una storia piena di incastri, per il commissario Piacentini sono tempi difficili e le matasse da sbrogliare saranno veramente tante.

Sono sicuro che l’autore non ci farà mancare un terzo romanzo, intanto godiamoci questa avventura dal sapore dolce e aspro proprio come il tamarindo.

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