Il titolo del libro è la domanda che l’avv. Vincenzo Malinconico fa al suo amico e collega Benny Lacalamita alla fine della storia. Questa volta l’avv. Malinconico, stralunato personaggio nato dalla penna di Diego De Silva, è alla prese con una richiesta bizzarra. Si tratta di iniziare una causa collettiva, una class action, per l’infelicità di coppia. Troppo anche per Malinconico, l’avvocato d’insuccesso, che però, per amore della sua compagna Veronica, prova a capire di cosa si tratti. Ne escono delle pagine esilaranti che, ancora una volta, ci mostrano il Malinconico-pensiero. Il personaggio è protagonista di una serie di libri e quindi per chi lo seguisse dall’inizio i suoi modi di fare, la sua svagatezza, i suoi vizi, la sua profondità di pensiero, i suoi gusti musicali e filmici, sono conosciuti. Il libro però va benone anche per chi si avvicinasse per la prima volta al personaggio. Le prime pagine ci danno subito un esempio di come ragiona l’avvocato Malinconico, fornendo la descrizione dei pantani possibili (riferendosi a pantani amorosi): Pantano A (o pantano del figliol prodigo), Pantano B (o della ritrovata maturità), Pantano C (o del falso problema), Pantano D (o della rivalsa). Il libro vale la pena anche solo per queste pagine iniziali.
Avrete capito, l’avvocato Malinconico è un personaggio che mi piace molto. Il “caso” di questa volta è di quelli impossibili, ma come sempre Malinconico non riesce a dire parole chiare, definitive, a rifiutare. Ha paura di far arrabbiare la sua compagna Veronica, il fatto che Benny, il suo collega, si interessi della possibile causa lo demotiva ancora di più. A corollario di questa situazione, ci sono anche le minacce di un losco figuro e l’interessamento di una giudice, metteteci poi che la figlia Alagia gli annuncia che sta per diventare nonno e capirete che tutte queste cose, tante per il povero Malinconico, gli rendono faticoso pensare a tutto.
Quelle di Diego De Silva sono pagine piene di ironia ma anche di pensieri profondi, con il sorriso si è indotti alla riflessione. Per esempio, mentre sta pronunciando l’arringa finale in un processo per stupro, Malinconico si ferma e viene riportato alla realtà anche con una gomitata del suo socio ripresosi, perché ufficialmente stava raccogliendo le idee, finisce il suo ragionamento così… :” Allora vi chiedo: per favore, basta. In questo processo di dolore ne abbiamo visto e sollecitato abbastanza. Sapete quanto vi serve per decidere. La parte lesa vi ha detto ogni cosa, e l’ha fatto malgrado le strategie tentate dal suo aggressore per sporcarne il racconto e iniettarvi il dubbio di un tacito assenso. Datele ascolto. Date un valore al dolore aggiuntivo che Valentina si è inflitta rinunciando al diritto di tenere la bocca chiusa.”
Le vicende narrate trovano una loro conclusione e ho apprezzato molto anche l’appendice finale titolata Allora perché era rimasta in sospeso una vicenda che meritava, non dico un finale, ma almeno qualche parola in più.
Da leggere se vi piacciono i tipi svagati.