SEI TU LA MIA OSSESSIONE
Dopo anni bui, vissuti nell’inquietudine e nell’incertezza seguite a un distacco doloroso, Pål sente di essere di nuovo in grado di amare. Quando conosce Iris – la donna che porta il nome di un fiore, bellissimo e tossico – crede di avere trovato la persona che cercava e di poter essere di nuovo felice. Anche Iris, però, ha un periodo difficile alle spalle. Stanca di essere sola, sogna di avere accanto a sé un uomo che le voglia bene, in modo naturale e sincero. Un uomo come Pål, che pare riuscire a leggerle nel pensiero, impersonando le fantasie che lei credeva irrealizzabili. Travolti e storditi dalla passione, i due si abbandonano a un’estasi che li acceca e li confonde. Ma davvero è tutto così perfetto come sembra? In un crescendo di tensione e colpi di scena, la relazione esemplare si trasforma in un incubo, dando vita a un thriller vertiginoso, dove l’amore è una magia che ti assale senza lasciarti alcuna via di fuga. Sono i nostri bisogni più elementari a muovere i pensieri e le azioni dei due protagonisti del romanzo di Ninni Schulman: il desiderio di avere vicino una persona che si prenda cura di noi e di essere indispensabili per qualcuno. Il desiderio di amare e di essere amati.
Pensava fosse una grande storia d’amore. Ma nessuno può vivere con una persona di cui ha paura.

Recensione a cura di Manuela Fontenova

Il tanto atteso romanzo di Ninni Schulman non delude le aspettative dei lettori: dopo aver imparato ad apprezzarne le capacità di narratrice grazie alla serie di Magdalena Hansson, giornalista ficcanaso alle prese con i fatti di cronaca che animano la piccola città svedese di Hagfors, la Schulman cambia rotta e con Tu sei la mia ossessione ci regala un thriller psicologico davvero inquietante.

Quella che sembra iniziare come un’idilliaca storia d’amore è in realtà una torbida vicenda in cui il gioco delle parti sovverte ogni tentativo di inquadramento da parte del lettore.

Iris e Pål sono due esseri profondamente delusi dall’amore, cercano la perfetta dimensione del cuore, il sentimento che prometterà loro di cancellare i dolori del passato. Iris così avida di sicurezza si butta per l’ennesima volta a capofitto nella nuova relazione e Pål … Dio solo cosa ha passato, e cosa sta scontando nel  presente, quando con tristezza e sconcerto ci racconta come la travolgente passione abbia trasformato il sogno nel peggiore degli incubi.

Il libro comincia infatti con i racconti e i tormenti di un uomo che cerca di capire cosa sia accaduto: l’incontro con Iris, la passione, la speranza di una vita insieme.

Come dicevo sopra ci troviamo di fronte a un thriller psicologico inquietante; l’autrice è riuscita a confondere il lettore che non può decidere di chi fidarsi, chi è il cattivo? La preoccupazione per i due cresce pagina dopo pagina, vorrebbe voglia di gridare a Iris di stare attenta a Pål e a Pål di guardarsi le spalle da Iris, ma come è possibile?

Credo che la bravura della Schulman risieda proprio nel suo aver trasmesso paura senza aver fatto ricorso a scene crude o violente, ha sintetizzato alla perfezione la violenza psicologica, la soggezione, quella scellerata capacità di mettersi in una situazione di pericolo senza nemmeno accorgersene.

Ma perché fa paura questa storia? Perché è vera, può accadere a tutti e soprattutto smaschera quanto il mondo dei social che troppo spesso assorbe la nostra quotidianità, possa metterci alla mercé di chi cerca facili prede.

La scrittrice che si è fatta conoscere grazie al fortunato genere del giallo svedese, cavalcando l’onda del successo dell’amatissima Camilla Läckberg, con questo romanzo mi ha davvero stupita. I  due protagonisti sono difficili da comprendere e conoscere perché se da un parte ne racconta la vita anche nei piccoli dettagli, dall’altra lascia intuire una zona d’ombra che potrebbe renderli sia vittime che carnefici e l’effetto voluto credo sia proprio quello di spiazzare il lettore per condurlo a un colpo di scena finale che resta però, a mio avviso, sospeso e che si presta ,forse, a  più di una interpretazione.

Una storia che corre lungo il filo dell’inganno, una tensione palpabile, la netta sensazione che la tragedia potrebbe sfiorarci da un momento all’altro, seppur  Pål e Iris siano due persone normali, forse anche un po’ banali nella loro ricerca della felicità.

Seguo Ninni Schulman dal primo romanzo pubblicato in Italia, La bambina con la neve tra i capelli, e l’evoluzione della sua scrittura è quanto mai sbalorditiva. Ogni nuovo libro ha segnato un passo verso uno stile sempre più curato e coinvolgente, una maggiore attenzione alla caratterizzazione psicologica dei personaggi che qui ha veramente raggiunto livelli altissimi. Devo però ammettere che spero in un ritorno alla serie di Hagfors che ricalca perfettamente i dettami di quel genere definito “giallo domestico”, dove vita familiare e indagini si legano con naturalezza, in perfetta armonia con l’ambientazione svedese che tanto piace a noi amanti del filone.

Una bellissima lettura, una conferma e allo stesso tempo una scoperta.

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