Non è facile dopo sette romanzi seriali essere sempre originali, avere e scrivere sempre la storia che funziona, riuscire ad essere diverso dal passato e da se stessi.
Eppure, in questo “Ragione da vendere” – settimo episodio per la squadra de “Les Italiens” – Enrico Pandiani trova una nuova avventura per Pierre Mordenti, protagonista ormai da anni della penna magistrale di questo autore. Trova spunti per idee nuove, trova una storia potente e che funziona. Come sempre, forse a mio parere più di sempre.
Un poliziesco dalle sfumature thriller che non si ferma ad essere solo questo. Il personaggio di Mordenti, cresce, evolve, matura, cambia e non lascia niente (o quasi) indietro nella sua vita. Va avanti e prova cose nuove.
Per lui un mistero dopo l’altro, un susseguirsi intenso di eventi rocamboleschi. Indubbiamente con Mordenti non c’è riposo, perché in fondo Les Italiens non si fermano fino a che non hanno risolto il caso.
Sono l’esempio più vivo e più forte, fondato, di cosa sia il gioco di squadra, di quanto sia importante a volte essere “una famiglia” di cui fidarsi per poter agire con le spalle coperte. Tutti sanno tutto di tutti, tanto da riuscire a prevedere quasi le mosse o le idee di movimento dell’altro. Mordenti chiama, la squadra risponde.
Un misto di azione e romanticismo, Mordenti ci mostra forse anche il suo lato debole di uomo passionale e innamorato; non è per forza superuomo con molto coraggio, o piuttosto incoscienza, all’improvviso sembra diventare ed essere un uomo come tanti altri nel mondo, con le paure e le ansie per il bene di chi si ama. Mordenti ora ha una vera e propria famiglia, non è più il gran lupo solitario dei primi episodi, non è più il tombeur de femmes di un tempo.
Poi c’è il suo intuito e un gioco di specchi non da meno, costruito in sequenza perfetta. Tutto sembra qualcosa che poi non è, e proprio attraverso il gioco di specchi si arriva a una soluzione del tutto inaspettata di questo mistero profondo e nero quanto l’animo umano. Un furto epocale che porta nei meandri più sconosciuti del crimine, laddove l’ingordigia e l’avidità la fanno da padrone.
Il romanzo corre veloce tra le strade di Parigi, di giorno e di notte, corre tra le parole nelle pagine e non ci si accorge che passa come il tempo, in fretta. Si legge con avidità perché c’è sempre dietro l’angolo la sorpresa, c’è sempre un cambio di scena, c’è un rocambolesco susseguirsi di fatti con i tempi di un film, in rapidissima successione succede tutto, tutto e di più.
Niente è lasciato al caso, Pandiani costruisce tutto con naturale maestria, tutto funziona, tutto è sempre al presente e in prima persona, ma questo nulla toglie al piacere della lettura. Lo stesso Mordenti ci racconta ogni istante di questa storia, con i suoi pensieri, le sue idee e con la giusta dovizia descrittiva dei particolari. Si fa leggere velocemente ma alla fine, all’improvviso, il dispiacere per il termine della storia è lì che aspetta il lettore all’ultima parola dell’ultima riga dell’ultima pagina. Da non perdere.