Una rimpatriata per ritrovarsi e ricordare i bei vecchi tempi. La classe delle medie di un paesino del Polesine, Stienta. Uomini e donne ormai quarantenni che si incontrano una sera a cena: il piacere di rivedersi però lascia il posto alla voglia di dimostrare che ognuno ha fatto più dell’altro, che la vita è stata generosa e che se invece sei uno sfigato, beh resti uno sfigato pure dopo tre decadi.
Matteo Pavani era convinto di aver messo una bella distanza tra il passato e la vita da adulto. È un agente della DIA, un eccellente poliziotto, coraggioso e senza paura. Gli anni in Sicilia lo hanno forgiato, l’attività romana sotto copertura continua a temprarlo ma una svista di altri manda all’aria una delicata operazione e improvvisamente si trova costretto a tornare a casa. Lo aspetta la famiglia, ignara in parte del suo vero lavoro e un invito dagli ex compagni di scuola. È solo una cena. Mal che vada berrà un paio di birre ascoltando buona musica. O magari no… l’ambiente è ostile, le vecchie inimicizie sono accese più che mai e la mattina successiva Matteo si appresta a soccorrere una di loro in fin di vita sul ciglio della strada.
Il caso è di pertinenza dei carabinieri di Rovigo, ma Matteo conosce bene la vittima dell’aggressione, soprattutto è fin troppo avvezzo alle dinamiche interne a quel tipo di gruppo e il suo aiuto sarebbe assai prezioso ai colleghi dell’arma, per sbrogliare un caso che continua a porre domande dalle impossibili risposte. Benché in ferie, Il poliziotto accetta e in squadra con Fabiana Marotta, maresciallo dalla bellezza conturbante, inizia un viaggio a ritroso negli anni. Bisogna ricostruire vite e carriere, legami e distacchi e siccome “anche le pulci hanno la tosse”, ogni persona sentita potrebbe aver avuto interesse a far fuori la povera Michela, una ex soubrette che sembra molto amata a Stienta.
Partecipare a questa indagine è rimettere mano a un passato doloroso per Matteo. Da sempre vittima di bullismo assieme al fratello Luca, anche oggi che è un uomo realizzato e risoluto non riesce a non sentirsi in difficoltà al ricordo delle mille angherie subite. La sua colpa era quella di avere un padre scrittore di successo ma mai davvero apprezzato dalla piccola mentalità di paese, di essere diverso dagli altri, educato, sincero e rispettoso. Il carico emotivo da mettere sul piatto della bilancia è enorme ma sull’altro c’è la vita di una donna brutalmente aggredita e la necessità di smascherare il finto buonismo che ancora lega un gruppo di adulti dagli atteggiamenti anacronistici.
Perché ci piace Pavanelli (e tanto aggiungerei)? Iniziamo dalle storie, Simone non cede al seriale ma va oltre scegliendo come luogo in cui ambientare i suoi romanzi, piccoli centri del Polesine. Allora non si parla di serialità ma di figure che vuoi non vuoi si ripresentano nei vari libri, come la simpatica comparsata di Cupertino, il maresciallo della stazione di Canaro conosciuto con La leggenda di Marinella. La scelta del luogo ben si adatta alla vicenda che l’autore vuole raccontare: il caso è sempre adeguato al contesto e al tessuto sociale senza risultare mai scontato o banale, al contrario è un susseguirsi di colpi di scena e cambi di prospettiva. Il finale non arriva quasi mai quando Simone ce lo fa credere, ci sono sempre nuove possibilità, nuove piste e l’effetto sorpresa è garantito in tutti i romanzi. La scrittura è pulita, lineare e godibile grazie anche ai numerosi dialoghi che ne animano la lettura. Conversazioni incalzanti, botta e risposta tra interlocutori che spesso parlano anche diversi dialetti, insomma la sensazione è di sentirli più che di leggerli e vi sfido a non immaginare ogni personaggio parlare con la propria tipica cadenza!
Simone è un ottimo intrattenitore, inteso come uno scrittore che regala ore di piacere a chi legge ma a ben vedere nei suoi romanzi non manca mai l’attenzione ai temi di attualità. In Quella maledetta rimpatriata il bullismo occupa gran parte della narrazione ed è analizzato come fatto sociale ma anche in prospettiva di esiti futuri. Come si comporta un adulto bullizzato? Cosa nasconde il bullo? si può ancora parlare di bullismo in età adulta? Qui c’è anche uno spaccato sulla vita economica di un piccolo centro, sulle difficoltà che una donna bellissima ma prima di tutto competente incontra in una realtà ancora molto maschile come quello delle forze dell’ordine. Insomma avrete capito che la lettura di un romanzo di Pavanelli è una finestra su un mondo a noi accessibile ma esplorato nelle sue più disparate varianti. Ci piace perché parla anche di noi, di situazioni nelle quali possiamo riconoscerci e allo stesso tempo ci appassiona per le storie, per la scrittura coinvolgente, le trame perfettamente costruite e il lavoro di ricerca che si percepisce in ogni pagina. Simone ha dato vita a un microcosmo abitato da personaggi che pur relegati nel proprio ambiente inevitabilmente si incontrano, collaborano, vivono e ci fanno sorridere anche nei momenti peggiori.
Chapeau!