Trama
Acireale, Sicilia. Un efferato delitto sconvolge l’abulica routine quotidiana: Don Mario Spina, canonico della basilica di San Pietro, viene ritrovato senza vita all’interno della sacrestia, ucciso con decine di colpi d’arma da taglio. Inoltre, da un’antica credenza sono state trafugate le spoglie del maggiore artista locale, Paolo Vasta. L’ispettore di polizia Luigi Traversa, da poco arrivato dal Veneto, si ritrova a indagare su un delitto a tratti inspiegabile. Chi è stato a compiere quell’orrendo crimine? E quale misterioso passato nasconde il poliziotto, giunto all’improvviso in città? Quattordici giorni serviranno a Traversa per risolvere il caso, togliendo una spina alla volta da quel pericoloso fico d’India tutto siciliano che, una volta ripulito, mostrerà all’ispettore la terrificante verità.
Recensione a cura di Dario Brunetti
E’ un giallo fresco, leggero e assai godibile il nuovo romanzo del giovane autore siciliano Rosario Russo, Quattordici spine, ambientato in Sicilia e precisamente ad Acireale, splendida città barocca che vede protagonista l’ispettore Luigi Traversa, di Feltre in provincia di Belluno.
Dopo aver dato le dimissioni dalla questura di Feltre per un’ esperienza del tutto negativa che l’ha visto coinvolto, è stato destinato ad Acireale e si trova a indagare a un caso che riguarda l’omicidio di Don Mario Spina.
Chi ha voluto l’omicidio del prete e come mai un accanimento così assurdo che equivale a un pestaggio prima di assassinarlo a coltellate? Quale segreto nascondeva Don Mario Spina?
Tanti quesiti che si insidiano in una storia nera e drammatica che rivela qualcosa di particolarmente torbido, così il protagonista si trova davanti a reticenze e false piste che ostacolano lo sviluppo delle indagini, ma l’ispettore Traversa si dimostra un uomo abile nell’affrontare con piglio deciso le situazioni, determinato a riscattare un passato che l’ha visto forse sconfitto.
Il caso diventerà per lui l’occasione di un pronto riscatto anche in quelle persone che credono in lui, come il Questore di Belluno che nonostante le vicissitudini del passato e del presente protegge sempre il buon Luigi perché in lui sono nascoste delle doti ed è opportuno che sfrutti al meglio le sue potenzialità.
L’autore scava nel profondo dell’animo umano del protagonista riuscendo a far affiorare le sue paure e insicurezze che bloccano la sua determinazione, l’ispettore Traversa si trova quasi a dover lottare contro se stesso, ben caratterizzati gli altri personaggi che incidono notevolmente nel corso della storia, tranne la figura del commissario Lorefice, l’ho trovato poco incisivo e credibile in qualche contesto, per quanto mi riguarda può essere l’unica sbavatura al romanzo che non tradisce le aspettative del lettore amante del genere.
Quattordici spine equivalgono a ogni giorno che trascorre e una spina va tolta dal fico d’india, per poi assaporarlo col suo gusto così dolce, proprio come l’epilogo di questo romanzo che metterà fine a tante atrocità da parte dell’uomo, facendo uscire finalmente quella bestia feroce che è racchiusa in se.
Rosario Russo, durante la narrazione rende omaggio a due grandi scrittori siciliani del calibro di Camilleri e Sciascia, di quest’ultimo vengono citati due suoi capolavori: A ciascuno il suo e Il giorno della civetta che sia anche di buon auspicio per i suoi prossimi romanzi.
Prova convincente dell’autore siciliano , dopo il suo esordio col romanzo storico “ Il martirio del Bagolaro “ si cimenta in un giallo ben riuscito con una trama ben costruita nella sua semplicità e una Sicilia ben raccontata, una terra antica piena di sapori e di tradizioni la potremo vivere in tutta la sua bellezza più autentica.
Dettagli
- Copertina flessibile:184 pagine
- Genere : Giallo
- Editore:Algra (10 maggio 2019)
- Collana:Scritti
- Lingua:Italiano
- ISBN-10:8893413019
- ISBN-13:978-8893413015