A volte capita di leggere un romanzo che non è nelle tue corde. Spesso si dice che è capitato tra le mani il romanzo sbagliato o che non si adatta al momento storico che stai vivendo. Lunga premessa per dire che ho trovato questo “Qualcuno mi spieghi dov’è finita la ragazza del pub” un romanzo insulso, noioso e per nulla divertente. La copertina promette un giallo che farà morire dal ridere, ma di giallo in questo libro non v’è traccia (se non per il colore scelto in copertina per il nome dell’autore); per quanto riguarda il “morire dal ridere” poi, beh, siamo lontani anni luce.
Qualcuno mi spieghi dov’è finita la ragazza del pub è un romanzo che dovrebbe avere nel protagonista il suo punto di forza, ma come spesso accade al cinema, anche l’attore più quotato se costretto a recitare il nulla cosmico, alla fine non riesce nell’impresa.
Qualche spunto qua e là c’è, qualche situazione che strappa un (timido) sorriso non manca, ma non credo siano elementi questi sufficienti ad etichettare il libro come un “giallo leggero”, ribadito poi, se non fosse abbastanza chiaro il concetto, che un “giallo” è tutta un’altra storia: non basta far sparire qualcuno e insidiare il sospetto di omicidio.
La trama di questo romanzo sembra basata su caso e improvvisazione, qualità fondamentali nell’esibirsi dal vivo per un comico, ma non altrettanto utili alla stesura di un buon romanzo; i colpi di scena escono dal cilindro come conigli dopo aver inserito nel cilindro persone scomparse, chiavette a forma di pannocchia, personaggi strampalati e quasi mai in linea con il ruolo assegnato, e aver agitato per bene.
Vi lascio con il vero mistero che aleggia attorno ad un libro del genere: non si fosse trattato del romanzo d’esordio di un noto comico, avrebbe veramente trovato un editore?