PROGENIE DEGENERE (L’origine del male) – Maria Rosaria Cofano
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COPERTINA_PROGENIE_DEGENERE_ L_origine del male_eBook-di_Maria Rosaria Cofano_Edizioni_NarcissusTrama :

Una clinica in fiamme. Due ragazzi si allontanano nella notte, paradossalmente senza fretta… ad attenderli una sporca libertà e l’intenzione di un desiderio consumato nel male.
Indossano la stessa e pesante camicia verde oliva, dotata di una cintola elastica, che penzola lungo la schiena senza frenare l’istinto, i passi verso il tramonto ed oltre l’inferno della ragione.
A guardarli sono così simili. Entrambi con la testa rasata. La statura media di Ela è pressappoco quella di Samuel, neanche lo dissocia per ossuta corporatura, lentezza, tanto meno distinzione sessuale; ma sono di spalle, una sorta di specchietto per le allodole, perché ad invertire il punto di vista bisogna armarsi di coraggio. Tutto cambia irreparabilmente e non riferito alla mera constatazione del brutto – assolutamente opinabile, soggettivo – quanto alla percezione di un sinistro presentimento che danno. Lei, adolescente disturbata, dalla gestualità infantile, silenziosa ed apparentemente indifesa. Ha grandi occhi neri e sguardo livido di una sensazione impronunciabile. I tratti spigolosi e il naso irregolare si addolciscono lungo la bocca carnosa, da cui inizia una lunga cicatrice che supera il mento fino a perdersi dietro l’orecchio destro, a formare l’incompleto segno dell’infinito, la lettera “S”. Per Samuel non deturpa, non vìola la bella pelle dell’unica creatura capace di rendere desiderio raggiungibile la debolezza, il calore che rifugge come madrileno affetto da albinismo, che, nell’anomalo candore, inquieta con occhi che sembrano cangiarsi all’improvviso, scrutare e destabilizzare per una malevola gioventù. Come qualcosa di puro ed oltraggiato allo stesso tempo, che i lineamenti regolari descrivono tra banalità e disturbo incontrollabile che ha, che dà di un’identità amorfa, per questo duttile, nel conformarsi mutevole alla sostanza del dolore inferto senza coscienza e che il bianco veste di indifesa paura. Un etereo letale di ventiquattro anni, mentre Ela ne ha solo quattordici.

Recensione :

Quando ho terminato la lettura di questo romanzo, volendolo recensire così come per gli altri libri letti mi sono trovato in grossa difficoltà nel tentativo di strutturare una recensione che potesse rendere l’idea di cosa andrete a leggere. Basterebbero queste tre righe per poter asserire che l’autrice ha fatto centro. E’ un libro che non si adatta ad uno schema (mi piace o non mi piace) è un lavoro allo stesso tempo molto ambizioso ed estremamente complesso. Mi spiego con un banale esempio (non me ne voglia l’Autrice). Se vi dicessi di scrivere un tema sul “colore verde” impedendovi di usare comparativi che riportino il lettore a qualcosa che fa parte del suo bagaglio di esperienze, quindi nessun esempio o riferimento a cose reali, orientate nello spazio e nel tempo riuscireste a farlo? Probabilmente si o no, senza dubbio avreste difficoltà.

Dovessi trovare un titolo per la recensione opterei per qualcosa tipo “Delirio onirico“. Per tutta la durata del romanzo, infatti, non si hanno punti di riferimento di nessun genere, ambientali, temporali, persino dimensionali (è realtà o finzione, sono sulla terra o nella mente dei protagonisti?). Questo effetto è oltremodo amplificato dall’ambiguita’ dei personaggi stessi. Se il tentativo era quello di far rivivere attraverso gli occhi di chi ha sofferto il suo dramma interiore, ciò è parzialmente riuscito. Quello che per me stona è l’eccessivo utilizzo del termine ricercato che, se da un lato arricchisce la prosa, dall’altro appesantisce la lettura costringendo il lettore a diverse pause per tirare il fiato. Lo stile linguistico adottato durante la narrazione non sembra appartenere al livello culturale di una quattordicenne e di un ventiquattrenne con quel passato ed anche una voce narrante esterna avrebbe potuto alleggerire la prosa in certi passaggi.

La scelta invece di essere diretta nelle descrizioni, senza censure o inibizioni di sorta riesce a rendere perfettamente l’idea dell’animo tormentato e segnato dei due protagonisti.

La brevità del romanzo, se da un lato non lo appesantisce, dall’altro non riesce a creare un crescendo narrativo adeguato a parer mio. Il passaggio tra un clima surreale e la spiegazione dei fatti è brevissimo e, neanche il tempo per metabolizzare il tutto, che il libro è già finito.

Sicuramente è una lettura che fa riflettere, non è da consigliare a chiunque, non è una lettura da ombrellone ma occorre aver tempo per leggere e rileggere nuovamente alcuni passaggi per internalizzarli a pieno. E’ un libro difficilmente “etichettabile” e quindi non mi assumo nessuna responsabilità sul consigliarvelo o meno. Io sono stato contento di averlo fatto e, come anticipato, non posso dirvi se mi è piaciuto o meno. Ha smosso qualcosa.

Utile l’idea di associare a questo ebook un blog per cercare di trovare una spiegazione a dei passaggi a volte troppo criptici e misinterpretabili.

Link blog ufficialehttp://progeniedegenere.blogspot.it/

Votazione : 3/5

Dettagli :

  • Formato: Formato Kindle
  • Dimensioni file: 185 KB
  • Lunghezza stampa: 80
  • Editore: Narcissus.me (28 maggio 2013)
  • Venduto da: Amazon Media EU S.à r.l.
  • Lingua: Italiano
  • ASIN: B00D389XIG
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Una risposta

  1. … quando ho iniziato a scrivere questo romanzo, ero ancora su un altro (che poi ho pubblicato con la Bastogi, dal titolo “NORA DAREN – il Corpo e il suo Supplizio), e l’ho vissuto, subìto, come una sorta di flaschback; dunque la brevità frammentata del racconto e l’incognita del senso. Ho sempre avuto una predilezione per i racconti atemporali, di quelli capaci di raccontare più l’emozione di uno spazio. La mia scrittura non è indubbiamente facile, se leggi il mio precedente romanzo lo troverai ancora più variegato e forbito di questo. Amo scrivere, e lo faccio quasi in maniera animalesca ma vestita da sera 🙂 Non ho paura della verità, tantomeno di raccontarla. Sono cresciuta con letture di autori datati e direi quasi per niente contemporanei, per poi smettere di leggere, quando la scrittura dentro di me premeva affinché le dessi forma. Mi rendo conto che tutto non possa piacerci completamente, e ti dirò di più, preferisco quello che non mi piace, quanto sia diverso da me e paradossalmente nella scrittura trovarlo affine. Infinitamente GRAZIE per la recensione e complimenti per il sito… M. Rosaria

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