Trama
Al centro di questo romanzo c’è la voce intensa e sofferta di una madre, di una donna. Lei e il marito, tre anni prima, sono stati brutalmente attaccati in casa, il marito è morto e lei, pur sfigurata, è sopravvissuta. Incapace di ricordare quei brevi momenti di ferocia, Hanna vede davanti allo specchio tutti i giorni i lineamenti di un volto, il suo, che hanno l’aria di essere stati smontati e poi rimessi insieme, come in un quadro di Picasso. Adesso Hanna, con un occhio malandato che la chirurgia plastica non è riuscita a ricostruire, si sente ancor di più vicina alla figlia Dawn. Fin da piccola, infatti, Dawn è stata sfortunata perché afflitta da ambliopia, un difetto visivo comunemente chiamato “occhio pigro”. La durezza della sua condizione, stigmatizzata dalle crudeli prese in giro dei compagni di scuola {Mi stai guardando oppure no? Dawn ha un occhio storto! Dawn è un mostro!), ha portato la piccola a sviluppare delle fantasie di riscatto irreali e a vivere in un mondo dalla psicologia distorta che, nella fase dell’adolescenza, è pericolosamente peggiorata. E il difetto all’occhio non è stato corretto – con grande angoscia della madre – neppure da una successiva operazione. Come biasimare la figlia per la rabbia accumulata?, come non proteggerla da tutto e da tutti, anche in quella notte di orrore e di morte, nonostante qualcuno sospetti che lei in qualche modo abbia avuto delle responsabilità nella vicenda? Forse la madre non vuole ricordare, non vuole vedere le cose come sono, è succube, come la figlia, di un’alterazione della visione. Eppure un ricordo Hanna ce l’ha: quello di una mano, di un polso, di un braccio, inchiostro scuro su pelle pallida, niente di più. “Non mi ritengo” ha dichiarato Jessica Treadway “una scrittrice di thriller, per quanto è indubbio che al centro della mia storia ci sia un vero e proprio puzzle psicologico e un’avvincente storia gialla, rimane il fatto che il mio romanzo si potrebbe definire un viaggio psichico. È l’incubo di una madre costretta a guardare dentro di sé con gli occhi della figlia”. Così la scrittrice fa dire a Hanna, la madre: “Non sono sicura di chi sono in realtà. Non sono sicura di avere un… nucleo. Ricordo quando mia figlia Dawn portava la benda sull’occhio, la chiamavano ‘occlusione’. Copri la parte più forte di qualcosa, così la parte più debole è costretta a lavorare di più. Non mi ero mai resa conto che, in tutti questi anni, mi sono portata addosso il peso di quell’analogia. Ho la sensazione di aver avuto soltanto una parte debole. E sta lavorando, ci sta provando. Ma non sarà mai forte come la parte che è rimasta coperta”.
Recensione a cura di Elio Freda
Il romanzo di Jessica Treadway parte da un quesito interessante e allo stesso tempo molto stimolante: cosa si è disposti a fare per difendere una persona cara? No, non è solo questo. Cosa è disposta a fare una madre pur di difendere una figlia? Meglio, molto meglio ma non ancora perfetto. Cosa è disposta a fare una madre per difendere quella figlia che, a causa di una disabilità, è stata derisa dai suoi compagni ed è stata spesso oggetto del contenzioso tra lei e suo marito su come aiutarla? Ci siamo!
Questi sono gli ingredienti principali di un romanzo psicologico, introspettivo, in cui una madre deve affrontare i suoi ricordi, la propria coscienza. Sarà in grado di analizzare la verità, quella che tutti sostengono tranne lei, in modo da convincere tutti che si tratti di una grossa bugia o dovrà ricredersi e accettare quello che la sua mente e il suo cuore le stanno nascondendo?
È un viaggio introspettivo, un’accurata ricostruzione di come i protagonisti siano arrivati fino a quel punto e di come e perché le loro opinioni siano così divergenti. È la storia di una madre che non vuole arrendersi e di una figlia che ha solamente in lei la sua ancora di salvezza, anche quando tutti le hanno voltato le spalle, quando la sua disabilità non la rende più inoffensiva ma al contrario viene dipinta come una figlia spietata, in grado di uccidere i suoi genitori.
La riapertura del processo e la possibilità che sua figlia venga accusata sono ciò che costringerà la protagonista a ricordare, a violentare il suo animo e ad interrogare la sua coscienza.
Un romanzo, a tratti struggente, su come le dinamiche familiari possano alterare gli equilibri e creare tensioni. Uno scontro tra adolescenti e genitori, dove anche le banalità acquistano la loro dimensione.
Non è un thriller, nel senso classico del termine, ma un romanzo che vi costringerà a girare la prossima pagina per arrivare il prima possibile all’ultima riga.
Dettagli
- Copertina rigida: 297 pagine
- Editore: Mondadori (16 maggio 2017)
- Collana:Omnibus
- Lingua: Italiano
- ISBN-10: 8804675462
- ISBN-13: 978-8804675464