Pizzica Amara è il titolo appropriato per il nuovo romanzo di Gabriella Genisi che, grazie alla sua Chicca Lopez, ci svela il Salento più vero, quello sacro (o forse profano) che poco ha a che fare col fenomeno turistico ben più conosciuto. L’autrice non smentisce la sua voglia di indagare nel sociale e, prendendo spunto da fatti di cronaca, ordisce le sue trame. Il plot principale parte dall’omicidio cruento di due ragazze minorenni su cui investiga la protagonista: il maresciallo dei carabinieri di Lecce Chicca Lopez, già figura di spicco in un racconto contenuto nell’antologia Nero Mediterraneo che titolava “Operazione Caterina”.
Apparentemente forte, sicura di sé, insofferente alle regole, Chicca è in realtà una ragazza fragile, desiderosa di affidarsi alla persona che ha accanto. Proprio la sua sfera privata metterà in crisi le sue certezze, inducendola a considerare soluzioni alternative. Diversi sono gli argomenti che fanno da sfondo alla storia principale: anzitutto la malavita ramificata, che inquina e violenta un territorio di rara bellezza, compromettendone le falde con rifiuti tossici, poi l’indolenza e la noia di vivere degli adolescenti, pronti a qualunque nefandezza per contrastare l’apatia e infine il potere, che offusca le prospettive.
A queste negatività corrisponde, tuttavia, un’accurata ricerca e descrizione del territorio che intriga e affascina il lettore, come quando l’autrice tratteggia la figura della macara, la strega del Salento, o la vera natura delle donne pizzicate dalle tarantole, le” tarantate” o ancora la natura secolare degli ulivi e della loro simbologia, non ultimo, il fiume sotterraneo Idume che percorre nel sottosuolo le strade di Lecce.
Ancora una volta Gabriella Genisi ha creato un personaggio dalle grandi potenzialità non solo noir ma anche e soprattutto umane.