Pioggia
Sotto un diluvio che non concede tregua, circondati da nemici e nonostante dolorosi problemi personali, i formidabili poliziotti del commissariato di Pizzofalcone si districheranno fra segreti, ipocrisie, rancori. Arrivando a scoprire una verità quanto mai inaspettata. «Non smetterà mai di piovere. Continuerà per sempre. Non sarà più possibile uscire all’aperto, l’acqua salirà, raggiungerà i piani alti dei palazzi, tutti moriranno e l’umanità si estinguerà insieme agli animali in terra. Sopravvivranno solo i pesci. Non smetterà mai di piovere, e non importa. Sarà meglio, anzi, così questa maledetta città si laverà, alla fine». Leonida Brancato era stato un penalista imbattibile. Il re del cavillo, lo chiamavano. Quando era andato in pensione, in procura avevano fatto festa. Da anni non si sapeva più nulla di lui, ma ora qualcuno lo ha ucciso e ha infierito sul suo cadavere. Un omicidio che appare privo di movente e che mette di nuovo alla prova i Bastardi.
Per i Bastardi di Pizzofalcone

In Pioggia , libro di Maurizio De Giovanni, torna la Squadra da lui inventata, chiamata i Bastardi di Pizzofalcone, perché racchiude in sé tutti elementi ai margini della Polizia, con evidenti problemi di socialità e di comunicazione, ma capaci e bravi nell’investigazione e nel risolvere casi spinosi.

Siamo sempre a Napoli, sotto una pioggia che non concede tregua e che ha una enorme valenza metaforica all’interno di tutto il libro. Accade un fatto tragico, a cui i Bastardi sono chiamati ad investigare. Un uomo viene trovato morto nel suo alloggio, dalla portinaia e dalla colf che era solita andare a fare i lavori domestici. L’uomo è un individuo eccellente, e l’indagine si preannuncia densa e problematica. L’ucciso è un avvocato di grido a Napoli, e si chiama Leonida Brancato. E’ stato strangolato, e preso a calci con una violenza inaudita:

“Steso a terra il corpo di un uomo. Anziano, indosso una antiquata giacca da camera in tessuto damascato. Aveva un braccio sollevato e l’altro lungo il corpo. La giacca era aperta davanti, e sui pantaloni spiccava una vasta macchia di urina. “

Chi era la vittima? Chi ha voluto la sua morte?

Leonida Brancato era:

“Il più bastardo, infido e bravo tra i penalisti di questa città. Un avversario pressocchè imbattibile. Il re del cavillo. Il peggio che potesse capitare. La persona con più amici e nemici in ambito giudiziario dell’intera città. Una tragedia. “

L’avvocato aveva ottantasette anni, da tempo era in pensione, e aveva lasciato la conduzione del suo studio legale non al figlio Giancarlo, pure lui avvocato, ma alla nipote, figlia della sorella di Leonida. Perché questa sua decisione? Il figlio come si rapportava ad un tale padre? Inoltre chi ha voluto la morte di un uomo sì con tanti nemici, che però viveva una vita ormai tranquilla, priva di emozioni e di tragedie? L’assassino viene forse dal passato?

Colpisce, in primis, l’ambientazione in cui è avvenuto il fatto, dove:

“Unico rumore: uno sgocciolio. Ogni ambiente sembrava privo di soffio vitale, come un museo senza visitatori.”

Altra protagonista importante della narrazione, anche se più nascosta, è la città di Napoli, che l’autore sa bene evidenziare in tutte le sue caratteristiche, sia negative che positive:

“In città non c’era un luogo “organico” in cui viveva soltanto una classe sociale se non nelle periferie, e anche là con dei distinguo. Pizzofalcone, per esempio: possedeva strade a prevalenza borghese, con bei negozi e ristoranti di buon livello; nelle vie vicino al mare sorgevano circoli aristocratici e pizzerie turistiche; i vicoli ospitavano minoranze straniere e famiglie storiche dall’attività incerta, insieme a studenti ammassati in appartamenti minuscoli e a bed & breakfast mal tenuti ma redditizi.”

Accanto all’investigazione vera e propria, raccontata con perizia narrativa e sagacia, vi è anche il racconto di vita intima e personale dei singoli facente parte della Squadra dei Bastardi. Così che chi ha imparato ad amarli ed apprezzarli nei precedenti volumi, con quest’ultimo vede ed assiste ai loro miglioramenti e al loro avvicendarsi personale.

Il libro è, dunque, di genere giallo, e risponde bene alle caratteristiche classiche intrinseche alla narrazione. Dunque per chi ama il genere una ulteriore conferma di un autore che non ha bisogno di presentazione; per gli altri, invece, una piacevole scoperta. Una lettura intrigante e coinvolgente, molto adatta a questi tempi estivi di riposo e di divertimento.

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