Il calciatore
“12 maggio 1994. È strano ritrovarsi dentro questa macchina, venti anni dopo, con una foto sbiadita fra le mani – aspettando di uccidere il mio ex allenatore di calcio, Mario Malatrasi. È strano guardarsi dopo tanto tempo e vedere una specie di Charles Manson: le guance smagrite, la barbetta incolta, gli occhi spiritati riflessi nello specchietto dell’auto. È strano tutto questo ma è così”. Roma. Un uomo di trent’anni se ne sta chiuso in una Cinquecento davanti a un palazzone della Garbatella. Continua a ingoiare psicofarmaci a forma di sottomarino, le sue yellow submarine: delira o forse è lucido, troppo lucido. Aspetta che passi Mario Malatrasi, il suo vecchio allenatore di calcio. Vuole ucciderlo perché colpevole di averlo messo fuori squadra, quando giocava nelle giovanili della Lazio e si trattava di concedere anche a lui la gloria dello Stadio Olimpico gremito di spettatori, in una partita amichevole subito prima dell’incontro che avrebbe consegnato alla squadra dei grandi il primo scudetto della sua storia. L’uomo nell’auto ha deciso di vendicarsi, di aggredire, di esplodere dopo anni di rancori, frustrazioni, impotenze. Tutto il racconto, come una rovesciata in campo, disegna una parabola all’indietro nel tempo: l’io narrante, tagliato fuori dal gioco dell’esistenza, lo riprende, quel gioco, cerca il bersaglio del suo tiro, punta l’avversario per annientarlo come nemico, per far esplodere la rabbia, l’odio, per liberare una qualsiasi energia, anche fragile ma che non sia il nulla.
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Recensione a cura di Elio Freda

Primo romanzo dall’autore, pubblicato originariamente nel ’97  (e riproposto nuovamente in formato digitale) “Il calciatore” di Governi è uno di quei romanzi talmente esasperato da risultare originale, talmente disperato da lasciare il segno, talmente crudo da far riflettere. Praticamente contiene tutti gli ingredienti per non passare inosservato. Costruito come un lungo flashback attorno a quello che deve (perché non può essere altrimenti) il libro racconta una storia di delusioni, emozioni forti, vissute al limite della ragione e molto spesso ben oltre. Così tra una rabbia incalzante giustificati dagli eventi che contraddistinguono la vita del protagonista, il libro affronta varie tematiche offrendone un punto di vista lucido anche nella disperazione più profonda.

Non si tratta di una lettura facile e/o distensiva ma di un romanzo forte ma che lascia il segno.

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