Una piccola storia che racconta un lungo matrimonio. Un’amnesia che libera ricordi e bugie che finalmente rivelano grandi verità.
Una pièce teatrale con due soli personaggi, il salotto di un elegante appartamento parigino come scenario. Gilles ha avuto un incidente e da quel giorno ha perso la memoria, al suo fianco la moglie Lisa: al rientro a casa lei si ritrova di fronte un estraneo che a sua volta la guarda come fosse una perfetta sconosciuta. Un incidente dicevamo, un brutto colpo alla testa per Gilles che poco si fida di questa bellissima donna: un giorno si è presentata in ospedale e ha detto di essere sua moglie, ma sarà vero? Iniziano le domande, le paure. Lisa risponde, a volte si trincera nell’imbarazzo di una risposta che tarda ad arrivare, poi si lascia andare a una carezza ma subito si ritrae. “Siamo stati felici? Mi ami? Ti ho fatto soffrire?” questo si chiede Gilles cercando di leggerle negli occhi.
Così apprende di essere uno scrittore, un amante del bello, della moda, con una spiccata sensibilità femminile e non a caso scrive gialli… ha una sua teoria al riguardo, lui ha sempre una teoria su tutto e Lisa parla sovente per citazioni. Il giallo è “la vendetta delle madri”, genere prediletto dalle donne che, stanche di dare la vita, finalmente si divertono a dare la morte .
Un dialogo serrato, a volte un sincero sorriso ma il dubbio si insinua tra i due. Chi sta mentendo? Lisa è fin troppo accondiscendete e Gilles piano piano sembra essere quello di sempre, con i ricordi che si affacciano con troppa facilità in una memoria latitante. C’è tensione e tutto è raccolto in una stanza, in una serata, nelle parole di due lottatori che sul ring dell’amore studiano le mosse dell’altro aspettando il colpo da parare o quello da sferzare.
“Ecco la vita coniugale, un’associazione di killer che si accaniscono sugli altri prima di infierire su loro stessi, un lungo cammino verso la morte che lascia la strada costellata di cadaveri. Quando vedete un uomo e una donna davanti al sindaco o al prete, chiedetevi chi dei due sarà l’assassino”
Una disamina sarcastica sull’evoluzione dell’amore nella coppia, con una nota noir che accompagna la narrazione fino alla fine, e permette allo scrittore di manipolare il lettore a suo piacimento facendogli credere ciò che più gli è congeniale in quel frangente. Illudetevi di credere che Gilles abbia perduto la memoria e che Lisa sia sinceramente felice del suo matrimonio, ma poi non stupitevi se Schmitt rovescerà le carte in tavola mandando in aria i vostri bei castelli. Tutto è come sembra e niente è come viene raccontato. O forse sì…
Eric-Emmanuel Schmitt è uno scrittore, regista, sceneggiatore e saggista francese. Un paroliere fantastico a mio avviso, le sue storie sono sempre carezzevoli anche quando si fanno portatrici di cattive novelle. Dai suoi romanzi sono stati tratti film, pensiamo a Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano e a Odette Toulemonde, una delle trasposizioni migliori che abbia mai visto perché è la versione cinematografica che nasce dal racconto omonimo inserito in una dolcissima raccolta sul tema della felicità. Sul grande schermo Odette ha il volto di Catherine Frot e solo questo ne varrebbe la visione, se poi vi dico che la colonna sonora è di Nicola Piovani la magia è fatta. Piccoli crimini coniugali è un testo teatrale e come tale ha avuto numerose rappresentazioni di successo ma anche una versione cinematografica con Sergio Castellitto e Margherita Buy.
Per passare un paio d’ore di spassosa confusione e scoprire se davvero il matrimonio è un’associazione di assassini in lotta per la sopravvivenza, non potrei consigliarvi lettura più indicata di questa.
“Forse in una coppia quello che bisogna condividere non è la verità, ma il mistero”