Parla con i morti
Fiona Griffiths, giovane detective della polizia di Cardiff, qui al suo primo caso, ha l’incredibile capacità di sviluppare un rapporto comunicativo con i defunti: proprio come se riuscisse a parlarci. Duplice omicidio: una giovane donna e la figlia di sei anni sono trovate uccise in un appartamento dei quartieri malfamati di Cardiff, nel Galles. La casa è in condizioni terribili, eppure nell’angolo di una stanza giace la carta di credito di un miliardario scomparso sei mesi prima in un incidente aereo. Del caso viene incaricata l’agente investigativo Fiona Griffiths, da poco arrivata in polizia. Fiona è sicura che la morte di madre e figlia sia solo la punta dell’iceberg di un mistero ben più complesso, e si getta a indagare su quella che si rivelerà poi una terrificante realtà. Ma anche Fiona ha tanti segreti da nascondere, reduce com’è da un pesantissimo esaurimento nervoso; e, mentre lei stessa cerca di dare un senso logico alla bizzarra scena del crimine, è al lettore che spetta ricostruire come in un puzzle le parti mancanti del passato della detective. Perché Fiona è così affascinata dai morti da pensare di poterci parlare?
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Recensione a cura di Elio Freda

Libreria della stazione, pochi titoli da scegliere, poco tempo a disposizione prima che parta il treno. Scorri velocemente le opzioni e decidi che “Parla coi morti” potrebbe essere il thriller giusto per accompagnarti nel viaggio di tre ore. Compri anche “La settimana enigmistica”, non si sa mai. Dopo un’ora di viaggio sei al tuo secondo maxi-cruciverba.

Basterebbe questo per interpretare il mio messaggio, tutt’altro che criptico, su questo libro. Volendo entrare nel dettaglio, ma non troppo, credo che non si possa inserire nel genere thriller un libro: che fa della lentezza la caratteristica principe; in cui le aspettative del lettore si perdono con lo scorrere delle pagine; in cui la trama è troppo povera per spingere il lettore a proseguire. Descrizioni che non suggestionano e non incuriosiscono, finiscono per rallentare ulteriormente il ritmo. Trama che scorre via senza lasciare nulla a lettura ultimata.

Primo capitolo di una trilogia che non mi ha colpito affatto e che non prosegurò.

Ai posteri l’ardua sentenza!

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