Recensione a cura di Elio Freda
Libreria della stazione, pochi titoli da scegliere, poco tempo a disposizione prima che parta il treno. Scorri velocemente le opzioni e decidi che “Parla coi morti” potrebbe essere il thriller giusto per accompagnarti nel viaggio di tre ore. Compri anche “La settimana enigmistica”, non si sa mai. Dopo un’ora di viaggio sei al tuo secondo maxi-cruciverba.
Basterebbe questo per interpretare il mio messaggio, tutt’altro che criptico, su questo libro. Volendo entrare nel dettaglio, ma non troppo, credo che non si possa inserire nel genere thriller un libro: che fa della lentezza la caratteristica principe; in cui le aspettative del lettore si perdono con lo scorrere delle pagine; in cui la trama è troppo povera per spingere il lettore a proseguire. Descrizioni che non suggestionano e non incuriosiscono, finiscono per rallentare ulteriormente il ritmo. Trama che scorre via senza lasciare nulla a lettura ultimata.
Primo capitolo di una trilogia che non mi ha colpito affatto e che non prosegurò.
Ai posteri l’ardua sentenza!
Una risposta
che titolo! brrrr