Recensione a cura di Dario Brunetti
Nel romanzo Qualcosa da tacere si erano già intraviste le abilità narrative dell’autore nativo di Varazze Massimo Ansaldo, vengono più che confermate nel nuovo noir I delitti di Genova uscito per la Fratelli Frilli editori.
La città di Genova ancora una volta protagonista, l’autore la conosce ormai come le sue tasche e realizza una storia molto particolare e originale, con due personaggi principali piuttosto insoliti: il commissario di polizia Nicola Teiro e un nibbio.
Proprio cosi, si tratta di un nibbio, (rapace che possiede una coda forcuta piuttosto lunga e con due ali lunghe e sottili dal volo morbido ed elegante) che ha deciso di costruire il suo nido nel cortile dove abita proprio il commissario instaurandone un rapporto familiare. Ma anche un volatile apparentemente innocuo, può essere una figura piena di misteri e segreti proprio come lo è stato quel personaggio dei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni, con la differenza che era una persona più in carne che ossa, piuttosto scaltra e sfuggente, tal da essere definito con l’appellativo di bestione dall’Innominato.
Ma abbandoniamo i Promessi Sposi e catapultiamoci in questo avvolgente noir in cui un rapinatore compie una strage uccidendo ben cinque persone, una vera e propria mattanza, un’esecuzione in piena regola che non lascia scampo, anzi solo una lunga scia di sangue.
Si possono trovare spiegazioni ad una tragedia del genere, un caso di cronaca dove si fatica a trovare il bandolo della matassa, si pensa a una strage di stampo terroristico, ma sarà una pista che non sembra avere sbocchi.
Intanto da Roma, Ramini, un dirigente del Ministero Degli Interni, nemico di vecchia data di Teiro, si palesa nel capoluogo genovese per mettere con le spalle al muro proprio il commissario, non scorre buon sangue tra i due e la vendetta è sempre pronta per presentare il suo conto.
Ad affiancare il commissario Nicola Teiro, c’è l’ispettrice Ester Miniati e Vaclav, un clochard da un passato oscuro capace di decodificare i messaggi che il Nibbio li vuole inviare, un quartetto strano degno della migliore improvvisazione, ma soprattutto frutto della grande creatività e immaginazione dell’autore.
I delitti di Genova è un noir che gode di un solidissimo impianto narrativo ben registrato, con una trama molto articolata e complessa, ma piena di stravolgimenti e colpi di scena che tengono alta la tensione della storia che prenderà sempre più le sembianze di un thriller, mescolando i due generi alla perfezione si offre un romanzo convincente e di ottima qualità che non tradisce le attese del lettore che andrà incontro ad un finale spiazzante e sorprendente.
Ansaldo mi ha stupito ancora una volta per la maestria nel quale riesce a costruire una storia che il lettore non si aspetta e che gioca sull’imprevedibilità, risultando funzionale allo sviluppo della trama piena di insidie e trabocchetti disattesi.
I personaggi suscitano un interesse notevole per chi vorrà approcciare alla lettura di questo delizioso noir: il commissario Teiro ha un passato somigliante ad un mare in tempesta, pieno di sofferenze ed è alla continua ricerca di una vita che sembra sfuggirgli di mano, poi ad accompagnare e a dar sostegno al protagonista c’è l’ispettrice Ester Miniati, che riesce a prendersi cura delle ferite dell’animo sanguinante del povero Nicola, ed infine l’impenetrabile Nibbio che ha il dono della percezione, riesce a interpretare le intenzioni del commissario, ne rappresenta la sua coscienza e ne diventa niente poco di meno che il suo suggeritore.
Il noir che non ti aspetti, una storia irripetibile con dei protagonisti difficili da rincontrare.
Ottima lettura!