Davvero curiosa, questa “opera prima” di Leonardo Massabò, vicequestore della polizia di Stato, in pensione da qualche anno, e che ora propone questo romanzo di esordio, interamente ambientato negli anni di apprendistato del protagonista Marco Parodi. Che si tratti del suo alter-ego? La domanda si impone da subito, perché queste vicissitudini, che si sviluppano nell’arco di qualche anno, si soffermano sul vissuto all’interno della polizia, sulle dinamiche dell’organizzazione dei servizi di ordine pubblico, in una realtà complessa e affascinante come quella genovese, e soprattutto sanno coinvolgere in modo diretto e sincero il lettore.
Proprio questo fattore di sincerità, ben camuffata dalla finzione narrativa, riesce comunque a farci assaporare le atmosfere reali della vita interna ai corpi di polizia, di fronte alle situazioni più disparate, dalle manifestazioni operaie con tanto di blocco della linea ferroviaria a tutela dei posti di lavoro al corteo improvvisato degli ultras di fronte alla sede di un club calcistico di serie A (in corso di lettura, ho immediatamente pensato al Genoa dell’epoca del presidente Aldo Spinelli). Ed è ciò che ci spinge avanti nel corso della narrazione, pur mancando un movente, un omicidio, una vicenda devastante che lasci il segno nel corso dello sviluppo di questo romanzo. Perché ciò che rileva per l’autore è la fase di formazione del giovane sbirro Marco Parodi, alle prese con un apprendistato graduale, molto particolare, e pieno di difficoltà e aneddoti curiosi.
Come si può dunque classificare il romanzo “Non ho una buona notizia da darti2? Come un romanzo noir? Non saprei rispondere in modo netto alla domanda. Ma è evidente che si tratti di un romanzo dedicato al mondo delle forze dell’ordine, alle sue dinamiche interne, al rapporto tra lo Stato e la comunità territoriale, nelle sue varie sfaccettature, ed è ciò che emerge in modo molto evidente, con una dinamica monodirezionale, quella cioè degli uomini in divisa. Un approccio diverso, rispetto a quello febbrile, intenso, e multi angolato, che aveva contraddistinto “A viso coperto” di Riccardo Gazzaniga, tanto per fornire un esempio di narrativa al quale ho pensato, proprio mentre leggevo questo romanzo di Leonardo Massabò. E che, spero, possa avere un seguito, per scoprire le nuove e ancor più intriganti avventure del vicequestore Marco Parodi, magari alle prese col lato oscuro della Liguria criminale.