Alessandro Bastasi conosce Milano talmente bene da ricordarne in prima persona la profonda trasformazione economica, politica e sociale , con una sofferta carrellata di ricordi. Raccontando la trasformazione subita, da quei tempi a oggi, da città industriale a città multietnica di servizi, dove sono scomparse le latterie, i trani, il fumo delle ciminiere e lo smog delle caldaie a carbone, sostituite da asettici uffici… Per questo Milano è diventata – se così si può dire – il fulcro dei suoi ultimo romanzo: un mondo che meglio di altri esprime tutte le contraddizioni dei quali i suoi personaggi sono vittime e al contempo artefici. Nella sua concezione, come un romanzo – soprattutto oggi, in un momento di passaggio epocale, dove sono venuti a mancare i punti di riferimento – non può non avere delle forti connotazioni sociali: il suo compito è, attraverso una storia e i suoi personaggi, porgere al lettore elementi di riflessione su chi o cosa siamo e dove stiamo andando.Se volete leggere un qualcosa che vi coinvolga, vi emozioni e tocchi le corde della nostalgia,. questo Noir fa per voi. L’autore, Alessandro Bastasi, in una nota a fine romanzo, dice di aver trovato lo spunto per Morte a San Siro nella vicenda della sedicenne Elisa Claps, il cui corpo fu ritrovato a Potenza nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità diciassette anni dopo. “In zona San Siro a Milano una macabra scoperta ha funestato questa mattina il lavoro di Khalid Buhar, macchinista dell’impresa edile Milano Costruzioni, mentre si accingeva a spianare il terreno a ridosso di una vecchia villa, abbattuta per far posto a un nuovo ipermercato di proprietà del magnate svizzero Karl Heimer. Stava operando con la scavatrice quando, dalle macerie, sono improvvisamente venuti alla luce alcuni resti umani». Guido Barbieri, professore di storia in pensione, non ha dubbi: si tratta di Angela Pozzi, scomparsa a 17 anni nel lontano 1965. Una ragazza della quale lui, diciottenne, era follemente innamorato. Ma sembra che la morte di Angela Pozzi interessi solo a lui e di riflesso alla figlia Laura, giornalista di un’emittente televisiva. La magistratura ha infatti gatte da pelare molto più urgenti e pressanti. Sarà però un nuovo inaspettato delitto a richiedere l’intervento deciso di Daniele Ferrazza, un commissario di polizia giudiziaria che nutre per Laura un interesse non soltanto professionale. Il commissario si troverà ad affrontare un caso oscillante tra passato e presente, all’apparenza indecifrabile. Tanto indecifrabile da sfuggire ai canoni classici dei fatti di sangue. La vera protagonista del romanzo è come sempre Milano, con la trasformazione che ha subito, dagli anni Sessanta ad oggi, da città industriale a città di servizi multietnica, dove sono scomparse le latterie, i trani, il fumo delle ciminiere e lo smog delle caldaie a carbone, lasciando il posto ad asettici uffici, al proliferare dei media, al trionfo del digitale. Una mutazione nella quale si specchia il rapporto non facile tra un padre cresciuto sull’onda ideologica di un Novecento che non c’è più e una figlia pragmatica e interamente dedita alla carriera professionale, e nella quale la presenza ingombrante dei media nei casi giudiziari diventa la normalità. “Oggi i processi si fanno in televisione”, commenta uno dei personaggi. Una realtà del nostro tempo che qui trova l’ennesima conferma”
COME SEMPRE, BASTASI REGALA UNA VERIDICITÀ ALLA SUA STORIA: LA FANTASIA, NEI ROMANZO, HA UNA SOLIDA BASE NELLA VITA REALE.