Recensione a cura di Dario Brunetti
Un ritorno assai gradito dell’autore Gian Luca Campagna che mette questa volta da parte la figura del detective italo-argentino José Cavalcanti, ed esce con la casa editrice Mursia, nella collana Giungla Gialla a cura di Fabrizio Carcano, con un noir d’inchiesta che si mischia col genere thriller dal titolo Mediterraneo Nero.
Un romanzo scomodo e di profonda attualità con ben tre personaggi come protagonisti di tre storie parallele.
Troviamo Francesco Cuccovillo detto “Ciccio “ per gli amici d’infanzia, un cronista scrupoloso a cui gli viene affidata una missione molto particolare da Nicola, colpito da Mesotelioma, un cancro alla pleura (membrana che riveste il polmone) contratto a causa del suo lavoro in un’azienda che produceva amianto.
Il giornalista ha una missione da compiere, deve portare una lattina a un ingegnere dato per disperso.
Cosa contiene la lattina è un bel mistero da lasciare alle pagine di questo romanzo che si avvale di un cronista che sta per intraprendere il crocevia dell’inferno, il suo reportage giornalistico lo porterà a ricostruire delle vicende inerenti all’inquinamento industriale dovuto agli scarichi delle sostanze tossiche nei mari del mediterraneo causando dei danni permanenti e irreversibili come nel caso dell’amico d’infanzia di Francesco, Nicola.
Il destino di una nave “La Quadrifoglio Rosso” autoaffondata nelle coste pugliesi è l’elemento principale dell’indagine di Francesco Cuccovillo chiamato a compiere un viaggio lungo le coste italiane alla ricerca dell’ingegnere fantasma , ma soprattutto di una verità alquanto amara.
Francesco Cuccovillo è solo il primo dei personaggi dalla pregevole penna dell’ottimo Gian Luca Campagna, poi c’è Marie che attraverso le armi della seduzione riesce a colpire inesorabilmente la sua preda, perché la ragazza dopo aver trascorso la sua folle notte a base di sesso, uccide trasformandosi da escort in una serial killer.
Marie abbandona la sua Corsica per approdare a Roma per portare a termine una vendetta che viene da un passato molto lontano ed è arrivato il momento della resa dei conti.
E infine c’è il tunisino Kalhed che ha perso suo figlio proprio attraversando quell’insidioso Mediterraneo portatore di disperazione e morte, e anche lui è assetato di giustizia.
I destini di questi tre protagonisti si incroceranno? Lo scopriremo solo attraverso questo romanzo costruito magistralmente dall’autore, dove ci sono storie di vita che gridano vendetta soprattutto quando in ballo ci sono esseri umani che si accingono al loro destino fatale a causa dell’inquinamento che in modo perfido e silenzioso ha dato la morte spezzando il cuore a molte famiglie.
Un romanzo noir forte come un pugno al fegato che tramortisce l’avversario (per usare una metafora pugilistica) di buonissima fattura, dove si vuole denunciare concentrando l’attenzione sulle cosiddette “Navi a perdere”, espressione giornalistica confacente all’autore, quelle navi affondate con l’ausilio della criminalità organizzata, per vent’anni si è consumato questo scenario di morte, visto che venivano scaricati rifiuti tossici di varia provenienza per consentirne uno smaltimento illegale e pericoloso per l’uomo e per l’ambiente.
Mediterraneo nero è una storia dimenticata perché forse fa comodo in particolar modo quando ci sono interessi politici e fortissimi poteri oscuri, l’autore vuol fare rivivere quindi, attraverso la narrazione di fatti storici ben documentati con l’ostinata e produttiva ricerca del sapere e quindi della verità rievocando il santo Ignazio da Loyola che diceva: Le verità nascoste sono in genere una realtà dolorosa che si fa fatica ad accettare ed è difficile da portare al livello della consapevolezza e resisterà ad ogni tentativo di farlo.
Così per il religioso spagnolo l’uomo è costantemente alla ricerca della verità e della trasparenza proprio come il cronista barese Cuccovillo.
In questo romanzo per fortuna non c’è solo il traffico dei rifiuti tossici e radioattivi ma ci sono anche i profumi unici del Mare Nostrum, culla della civiltà latina e greca, il Mediterraneo così ne diventa croce e delizia grazie ad una scrittura magistrale piena di spunti narrativi impreziosita da tanti approfondimenti di stampo giornalistico che portano ad amare riflessioni.
Nei romanzi dell’autore di Latina si sa che c’è tanta musica e di grande qualità e se Mediterrraneo nero fosse un film ci starebbero più che bene tre colonne sonore ad accompagnare questo imperdibile noir.
Oblivion di Astor Piazzolla https://youtu.be/dF-IMQzd_Jo
brano che accompagna Francesco Cuccovillo con il suo indimenticabile Garibaldi sigaro di provenienza toscana
Le vent nous portera dei Noir Desir https://youtu.be/NrgcRvBJYBE
Canzone contro la guerra tratta dall’album del 2001 Des Visages des figures dove ci sarà la partecipazione di un altro (a mio avviso) eccellente artista tanto caro a Gian Luca Campagna, si tratta di Manu Chao che accompagna il gruppo francese alla chitarra.
Clandestino di Manu Chao https://youtu.be/NrgcRvBJYBE
La canzone dell’artista francese si focalizza maggiormente sulla sofferenza degli immigrati illegali, sull’ingiustizia e sulla condanna all’emarginazione e alla discriminazione razziale che ancora oggi sono costretti a subire.
Buona lettura !