Il cadavere del lago di Danilo Pennone è un thriller cupo e malinconico che vede come protagonista il commissario Ventura, ancora alle prese con le sue angosce che lo tormentano, come la morte della figlia che fatica ad accettare.
A tenere distratto il protagonista è il suo lavoro in cui crede fermamente, Mario Ventura è un vero osso duro e si trova davanti un caso particolarmente pieno di insidie.
La morte riguarda Eamon Mc Cormac, un giovane seminarista irlandese trovato sulle rive del lago di Albano; giunto sulla scena del crimine il protagonista coadiuvato dalla Scientifica può appurare lo stato di abbandono di quel corpo seminudo con segni di soffocamento.
Le indagini sono indirizzate nell’ambiente ecclesiastico e precisamente a Castel Gandolfo dove c’è il Seminario Apostolico d’Irlanda, così il buon Ventura dovrà fare i conti con qualcosa di spiazzante; questo giovane seminarista frequentava giri non perfettamente inclini con la condotta di un novizio che sceglie di intraprendere un cammino di fede.
Viene scoperto un giro di prostituzione maschile e il delitto sembra essere maturato proprio negli ambienti dove viene praticato il sado-maso.
Ma l’indagine è molto più complessa di quel che appare, un personaggio molto rilevante nella storia è il rettore del seminario, il monsignor Ian Connolly, una figura molto ambigua di cui il commissario non sembra particolarmente fidarsi.
Proprio questa persona è finita nel mirino per diversi scandali appartenenti al passato, sempre coperti dalle alte sfere del mondo clericale, così il protagonista cerca di fare leva sulla segretaria del rettore, Kelly Mc Cave.
L’ambiente ecclesiale non spaventa il commissario che porta avanti un’indagine molto delicata facendolo con quella rabbia maturata in tutto questo tempo, e con ostinazione cerca una verità apparentemente vicina ma molto distante.
Il cadavere del lago ha una trama solida con contenuti da bollino rosso forse, che però aprono scenari inconsueti ma piuttosto veritieri, sviluppando temi piuttosto rilevanti che lasciano quella malsana inquietudine su quei luoghi che dovrebbero essere di preghiera e devozione e dove invece si annidano segreti inconfessabili che per qualcuno è meglio tener nascosti.
L’autore presenta un tema forte e non si tira indietro quando deve attraversare il mondo della prostituzione maschile, quel lato perverso e maledettamente dannato per chi sfrutta questi ragazzi portandoli nel loro habitat dove regna quel silenzio surreale che serve solo a coprire le nefandezze di persone che dovrebbero essere un esempio di rettitudine e di moralità, visto che indossano un abito talare, e invece lo sfruttano per esercitare molestie su esseri innocenti deviandone e compromettendone il loro comportamento.
Un thriller coraggioso che non fa sconti a nessuno, anzi denuncia senza forzare la mano, e in questo Pennone riesce a sorprendere e a dare credibilità ad un romanzo dove la verità ha un prezzo fin troppo alto, soprattutto per un ragazzo a cui la vita è stata spezzata.