Torbido, crudo, violento. Questi sono gli aggettivi che meglio si addicono all’ultimo thriller del duo di scrittori meglio noto come Lars Kepler, divenuti ormai celebri grazie alla saga de L’ipnotista, di cui questo romanzo rappresenta l’ultimo tassello. In effetti, addentrandomi pagina dopo pagina nella lettura di questo thriller, mi sovviene un termine in inglese che gli calza a pennello: Dirty. Che significa appunto sporco, ed è questa sensazione, senza mezzi termini, che trasmette quest’opera, fin dal suo esordio, permeata com’è da un’aura torbida, pesante, in effetti così ben resa che alcuni incauti lettori non avvezzi al genere potrebbero trovarlo quasi eccessivo, o cruento in vari frangenti. Non certo la sottoscritta, cresciuta a pane, thriller e film horror, nonché esperta di crimine e devianza. Ma in questa sede mi preme essere oggettiva e immaginare il lettore medio che si affaccia, incuriosito e ignaro, a questa truce avventura. Poi aggiungo che L’uomo dello specchio giunge fra le mie mani senza aver prima passato in rassegna i precedenti romanzi dedicati alla figura dell’Ipnotista, dunque ho potuto fruire di questa opera scevra da pregiudizi, aspettative, e in tabula rasa assoluta in merito alla conoscenza dei personaggi, come il sagace detective Joona Linna. L’intreccio è in definitiva classico: abbiamo una giovane vittima, un feroce e sadico killer, e un testimone che parrebbe aver visto suo malgrado il manifestarsi del delitto, ma non può parlare, in quanto affetto da importanti blocchi psichici. Ed è qui che giunge, come faro nella nebbia, novello Cicerone nei labirinti confusi della mente umana, il celebre Dottor Erik Maria Bark, meglio noto (soprattutto ai lettori di Kepler) come l’Ipnotista, una figura ambigua che simboleggia il deus ex machina risolutore, colui che può ridare voce al trauma e al ricordo nebuloso. E così, tra passaggi che usando un linguaggio filmico definirei “splatter”, personaggi tutto sommato interessanti e una tensione che si mantiene abbastanza viva fino all’epilogo, L’uomo dello specchio rappresenta pregevole incarnazione del thriller moderno, senza a mio avviso spiccare particolarmente, ma riuscendo a non deludere le aspettative di chi cerca un esponente del genere in grado di regalare brividi, raccapriccio e una storia appassionante. Se siete di stomaco debole, lasciatelo sullo scaffale però. Sapete come si dice in questo caso? Uomo avvisato…