L’uomo al balcone
Stoccolma è sconvolta da una serie di omicidi a sfondo sessuale. Le vittime sono delle bambine innocenti, adescate mentre giocano nei parchi della città. I pochi testimoni le hanno viste intrattenersi amichevolmente con un uomo. Evidentemente l’assassino riesce a guadagnare la loro fiducia. Il commissario capo della polizia di Stoccolma Martin Beck coordina la squadra degli investigatori tra intuizioni e problemi personali dei suoi uomini, e le incertezze e i ricordi suoi propri. Beck, come diceva Maigret di se stesso, “non pensa mai”; segue tenace e pesante le tracce che il lavoro gli porge: il lavoro di strada, sui testimoni fortuiti e distratti, sugli ambienti che si riesce a circoscrivere. E aspetta che qualcosa succeda nell’inchiesta: ed è questo, aspettare, la sua abilità principale; insieme alla memoria. Magari qualcosa a cui nessuno aveva badato all’inizio che si connette a un nuovo indizio.
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Scritto nel 1967, terza opera della coppia Sjowall/Wahloo  Martin Beck èsi trova a gestire un’indagine molto “particolare”. Romanzo di denuncia in cui si riconosce il “clima” creato intorno alla figura del protagonista. Ritmo cadenzato, riflessioni, congetture, ricostruzioni… Leggere la serie in ordine cronologico permette anche di apprezzare l’evoluzione dei personaggi : in questo romanzo, la figlia del commissario, che abbiamo conosciuto da bambina,  è cresciuta e partecipa indirettamente all’indagine. Questo libro, insieme alle prime due opere è uscito come volume unico amche nell’edizione “Galleria”,sempre edita da Sellerio.

Votazione : 5/5

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