Recensione a cura di Simona Aiello
Se avete voglia di un godibile giallo poliziesco che vi tenga compagnia durante un volo in aereo, un pomeriggio a casa o un’interminabile fila nelle sale d’aspetto del vostro medico di base, ecco, Tutte le strade portano a Genova, è il libro che dovete portare con voi. Si legge tutto d’un fiato con una lettura scorrevole e accattivante che vi incolla fino all’ultimo rigo che svela l’enigma su cui indaga l’ispettore Canepa.
Come preannuncia il titolo, questo romanzo è solo il primo capitolo della saga che avrà per protagonista Marco Canepa, l’ispettore della squadra omicidi di Genova e di tutti gli altri personaggi che affollano la stazione di polizia di via Armando Diaz. In questo romanzo conosciamo tutti i personaggi che popolano la sezione omicidi di Genova ed entriamo nella loro vita in punta di piedi intuendo quali sono i drammi e le ferite che si portano dietro. Uno dei personaggi più importanti del romanzo è, senza ombra di dubbio, la città di Genova dalla decadente e antica bellezza, dove tra i carruggi, il porto e le periferie, si dipana l’intrigo che deve dipanare Marco Canepa, alle prese con un duplice omicidio che vede coinvolte due ragazze di origine ucraina. Ed è da questa indagine che, partendo da Genova, vi ritroverete prima in Svizzera e poi ad Odessa a caccia del feroce assassino ma anche sulle tracce della mano oscura della ‘ndrangheta che sembra afferrare, come una tenaglia, tutte le più importanti attività produttive della città. Una ricerca che ci porterà ad una inaspettata conclusione in cui il deus ex machina sarà nientemeno che Renzo Piano, l’archistar, che aiuterà il protagonista a salvare una delle probabili vittime. Spero proprio di leggere ancora le indagini dell’ispettore Marco Canepa anche perché sono molto curiosa di sapere come andrà a finire la relazione con la rossa e bella PM che, in questo romanzo, prova i primi e timidi passi.