CHI SI FERMA E’ PERDUTO
Serena, casalinga ultra indaffarata di un borgo vicino a Pisa, si imbatte casualmente in un cadavere. È quello del professor Caroselli, ottimo musicista e rigoroso insegnante nella scuola locale gestita dalle suore. Serena ha una solida formazione da chimica e un buon lavoro, ma ha scelto di licenziarsi stanca della discriminazione maschilista. Ma la sua identità non si esaurisce nel ruolo di madre di famiglia. Inoltre, la multitasking mamma di due figli e moglie di un distratto scienziato possiede quello che lei chiama «superpotere», un olfatto formidabile e professionalmente coltivato che le consente di distinguere perfino i singoli componenti chimici delle sostanze. Il passaggio da testimone in un caso di omicidio a investigatrice è così inevitabile. L’inchiesta ufficiale è invece condotta da Corinna Stelea, sovrintendente di polizia alta quanto un giocatore di pallacanestro. La coppia indirizza i sospetti verso i traffici del convento che gestisce la scuola. Molti pettegolezzi accompagnano l’indagine e molti segreti saranno svelati. Ma la soluzione sarà la più triste. Serena Martini e Corinna Stelea, i due nuovi personaggi creati dalla collaborazione di un affermato scrittore con una quasi esordiente, ma soprattutto dalla fusione di un punto di vista maschile e uno femminile, hanno giornate così complicate e vere che le loro più banali vicende quotidiane rischiano ogni momento di precipitare nell’acrobatico, nel paradosso, nell’avventura. Come già nella serie del BarLume, è l’affermazione del lato umoristico, o benevolmente assurdo, della vita che introduce nel poliziesco l’elemento comico, a cui in questo romanzo si aggiunge la capacità di rappresentare la sensibilità femminile.
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RECENSIONE a cura di Edoardo Todaro

Ti trovi ad avere a che fare con un’ottima pietanza, un  buon piatto e ti domandi quali sono gli ingredienti che portano al risultato ottenuto. Ecco se metti insieme Malvaldi e Bruzzone, il risultato è il gradevole “ Chi si ferma è perduto “.Un borgo vicino Pisa e la Casa di Procura Missionaria del Grande Fiume, cioè la scuola paritaria, unica esistente, la scuola delle suore che del cristianesimo hanno una concezione, a dir poco, precolombiana e che hanno tutte nessuna esclusa un soprannome ( da Charles Bronson a Chuck Norris …. ).Una scuola che ha alla guida una suora, una e trina: madre superiora; preside e amministratore delegato.  C’è in questo noir un personaggio che domina e condiziona: Augusta Viterbo, ai più conosciuta come Augusta Pino, il che fa capire quale carattere abbiamo di fronte. C’è sì un personaggio, ma c’è anche un bosco che nasconde un cadavere, il cadavere del prof Caroselli, l’ecologista/cacciatore, un bravo professore anche se con un carattere un po’ particolare e difficile. Nel leggere queste pagine ci troviamo a conoscere i segreti, gli aspetti fondamentali, le doti necessarie e fondamentali del buon poliziotto. Ironico quanto basta, “ Chi si ferma è perduto “ ci mette a tu per tu con il potere olfattivo, l’acidemia isovalerica e l’urinoterapia alternata da una dotta spiegazione di chimica e la teoria degli emisferi cerebrali sottoposti all’economia compartimentale. Leggere “ Chi si ferma è  perduto “ ha un effetto benefico, interrompe il flusso di letture impegnative. Serial killer; indagini, corruzione, morti ammazzati,violenza a go go ed ecco il potersi rilassare grazie ad una visione umoristica, quasi comica e paradossale dell’investigazione, come del resto già accadeva con i vecchietti del BarLume. Personalmente, l’andare avanti nel leggere queste pagine nonostante quanto scritto sopra, mi ha posto di fronte all’intravedere un limite: i troppi particolari, le vicende che vengono raccontate rischiano di disorientare il lettore, di “ prenderlo per stanchezza “, annullando l’effetto positivo dato dall’ironia toscana. I due nuovi personaggi nati in questo libro necessitano di un’ulteriore messa a punto se vogliono intraprendere la strada indicata nelle 339 pagine.

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