L’isola
Hulda Hermannsdóttir, ispettore della polizia di Reykjavík, ha sempre dovuto rinunciare alle sue ambizioni, ma il nuovo caso che le viene affidato potrebbe finalmente aprirle delle opportunità di carriera. Una domenica mattina, più per noia che per senso del dovere, Hulda decide di accettare la richiesta di aiuto di un collega delle Isole Vestmann e di mettersi in viaggio per l’arcipelago a sud-est della capitale. Deve scoprire cos’è successo nell’isola abbandonata di Elliðaey, luogo aspro e meraviglioso, una vera e propria stanza chiusa a cielo aperto. Lì un uomo di trent’anni ha riunito gli amici di un tempo in quella che viene considerata la casa più solitaria del mondo, ma quando arriva il momento di rientrare sulla terraferma uno di loro manca all’appello. Intrecciando passato e presente, le indagini di Hulda riportano in vita fantasmi che tutte le persone coinvolte, in un modo o nell’altro, hanno tentato di mettere a tacere. E mentre cerca la verità di Elliðaey, l’ispettore finisce per ritornare su un vecchio caso, un omicidio avvenuto dieci anni prima in un luogo altrettanto isolato, che svela come, in quella strana storia, siano in tanti ad avere diversi peccati sulla coscienza.
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Recensione di Marianna Di Felice

Hulda Hermannsdóttir oltre ad essere ispettore della polizia di Reykjavik è un personaggio mitigato e caratterizzato da una forte umanizzazione che la rende totalmente diversa dai suoi colleghi con i quali non lega molto, soprattutto col suo capo che non sa cosa farsene della dignità e dell’onestà e mira a soddisfare le proprie ambizioni incurante della scia di disperazione che si lascia dietro. In questo libro l’autore è stato piuttosto celere nell’arrivare alla conclusione, ma ha comunque permesso al lettore di addentrarsi all’interno dei problemi dei personaggi, all’interno della società islandese e della sua storia che non tutti conoscono. Durante lo svolgimento della trama un personaggio racconta di un antenato bruciato sul rogo. Già la descrizione del posto dove si trovano due personaggi fa venire i brividi visto che nei Fiordi Occidentali dell’Islanda si vive isolati dal resto della civiltà e la natura fa da padrona, oltre ciò si aggiunge la storia nera dell’isola che riguarda la sanguinosa e grave persecuzione degli stregoni verso la seconda metà del ‘600. Nel mondo protestante, visto ancora il caos che regnava dalla Riforma, si creò la classica isteria di massa, che continua ad essere una caratteristica radicata dell’umano, che unita all’ignoranza e alla paura che genera da essa causò morti assurde. Katla, personaggio sfortunato del libro, ricorda un suo avo arso sul rogo proprio per questa isteria. Tutto questo rende al lettore brividi che si aggiungono al luogo isolato che di notte diventa ancor più silenzioso che di giorno, quasi in attesa di chissà quale evento catastrofico. In un’isola dove l’omicidio è raro, perché si sa che in quella terra purtroppo ci sono più suicidi che altro, se ne verificano addirittura due. Hulda rincorre fantasmi del passato ormai rassegnati al loro destino e li sveglia per far luce su tutta la storia perché l’incidente per la quale viene chiamata si trasforma in omcidio e si collega a qualcosa che era rimasto assopito nel passato. Hulda dovrà far luce tra i suoi fantasmi che non la lasciano dormire e riempiono le sue notti di incubi e quelli della storia di quattro amici. Nel secondo caso seguirà il suo fiuto infallibile che al porterà ad una verità decisamente scomoda che la renderà ancor più lontana da certi suoi colleghi. Nel primo caso quei fantasmi rimarrano per sempre con lei. L’autore riesce a trasmettere al lettore le paure, i dubbi, i ricordi dei personaggi e l’asprezza del territorio che ha conseguenze sulla gente che lo popola. Lo stesso riesce a far capire con poche parole l’isolamento di alcuni luoghi come i Fiordi Occidentali a tratti abbandonati dalla popolazione, a tratti popolata; o l’isola di Elliðaey dove si reca Hulda chiamata a dare una mano nelle indagini, dove c’è solo una casa bianca che spicca sul verde del terreno popolato per lo più dai pulcinella di mare. Rimarca bene l’isolamento che avvolge la popolazione e che li angoscia, in questo modo si può anche capire come alcune persone di questo popolo decise a seguire le orme dei danesi e cercare terre migliori verso il ‘ 900, prima dell’anno mille. In effetti l’ambientazione dei suoi gialli, che si mescolano sempre con il thriller, dà già al lettore dei brividi che poi aumentano con il seguire le indagini a volte lente altre volte trafelate e con l’identikit dei personaggi che hanno sempre qualcosa di insolito, nascosto, di enigmatico che rapisce chi sta leggendo.

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