Recensione a cura di Giancarlo Vitagliano
L’estate che sciolse ogni cosa è il romanzo di esordio di Tiffany McDaniel, poetessa e scrittrice nata in Ohio nel 1985. Questo romanzo, ben tradotto da Lucia Olivieri, è pressoché inclassificabile, cioè non inquadrabile in un ben definito genere, e questo secondo me è uno dei tanti pregi di questo libro. Leggendolo, siamo calati nelle classiche ambientazioni dell’America rurale con echi della letteratura statunitense da Harper Lee a Steinbeck fino a Stephen King, quest’ultimo specialmente per l’elemento fantastico che, però, è del tutto funzionale alla storia. Ma Tiffany McDaniel ha una lingua tutta sua, molto ben riconoscibile una volta entrati nelle sue metriche e nel suo modo di narrare. Spesso, quando leggo, sono infastidito da metafore o termini artatamente ricercati, mentre in questo caso sembrano fluire con naturalezza dalla penna della scrittrice.
Il racconto si svolge su due piani: quello dell’anziano Fielding e quello dei suoi ricordi, di ciò che accadde quell’estate del 1984, quando il caldo torrido rendeva tutto bollente e sembrava che anche gli animi della gente si surriscaldassero. Era un evento naturale oppure era colpa della presenza di questo strano ragazzino dalla pelle scura, gli occhi verdi e due cicatrici sulle spalle che sembravano confermare le sue dichiarazioni sul fatto che fosse il Diavolo giunto in risposta alla richiesta di Autopsy Bliss, il padre di Fielding? E poi non dimentichiamo che l’altro nome del Diavolo è Lucifero e dove c’è la luce si svelano le cose in ombra, le cattive ma anche le buone. Tiffany McDaniel porta avanti la sua storia con continui flashback, con eventi e digressioni che sembrano spiazzare il lettore, ma questo succede solo al principio della lettura; man mano che il romanzo procede, si familiarizza con questo modo di narrare e, alla fine, tutto prenderà il suo logico e a volte inaspettato significato.
L’Autrice affronta principalmente i temi del pregiudizio e dell’intolleranza; si parla di omosessualità, di razzismo, di emarginati e del potere che la paura può esercitare sulla gente quando aizzata da qualcuno pieno di astio contro il mondo. E si parla molto dei sentimenti dei vari protagonisti, tra l’altro descritti molto bene, tanto che mentre si legge quasi sembra di sentire e riconoscere subito la voce di ognuno di loro; si parla, quindi, dell’amore, del dolore, della perdita e dell’amicizia, ma anche della religiosità personale. Tutto ciò porta a situazioni coinvolgenti e che a volte possono rivelarsi anche struggenti: infatti sarà difficile non commuoversi per certi passaggi e per certi avvenimenti.
In definitiva, possiamo dire che L’estate che sciolse ogni cosa è anche un romanzo di formazione e, come capita per i migliori libri, questo accade al protagonista e a noi lettori.
Consigliato!