Maurizio de Giovanni dice che la storia l’aveva dentro da dieci anni e finalmente l’ha scritta. Ha atteso la pubblicazione con ansia, perchè è un libro diverso da quelli che le sue lettrici / i suoi lettori conoscono e amano. Da sua attenta e partecipe lettrice posso dire che in questo libro riconosco il suo stile, il suo modo di raccontare una storia, di scandagliare i sentimenti umani. È una storia densa, intensa, racconta come la presunta anaffettività di un uomo, la sua ritrosia, il suo bisogno di silenzio e pace venga stravolta da un lutto e dal suo bisogno di scoprire la verità, di trovare la soluzione, perchè, per un uomo che ha fondato la sua vita sull’armonia dei numeri, non può esserci disordine, tutto deve avere un suo posto ordinato, una soluzione. In questo viaggio da un’isola soleggiata al Sud verso una fredda, nebbiosa cittadina al Nord, è contenuto un viaggio interiore, il suo scoprirsi nonno, il doloroso bisogno di avere tempo per parlare, di essere presente nella vita del nipotino Checco.
Il nipotino: … „ Petrini Francesco, detto Checco, sente nel cuore molti sentimenti, ma non saprebbe distinguerli l’uno dall’altro. Il pescatore è tutto quello che lui vorrebbe essere. È alto, forte, sicuro. Parla poco, anzi pochissimo: ma quando parla, con quella voce bassa e profonda che gli ricorda il mare davanti agli scogli, tutti lo ascoltano. Non si arrabbia, non si commuove, non cerca di convincere nessuno: ma tutto quello che dice diventa vero, come per magia. Qualche volta gli sorride, il pescatore: mai un bacio o una carezza. Ma quel sorriso, quel sorriso entra sotto la pelle di Petrini Francesco detto Checco, e va diritto in un punto strano sopra lo stomaco e lo fa tremare di gioia e di orgoglio e di tenerezza, anche se Petrini Francesco, detto Checco, non saprebbe dare dei nomi a sensazioni come quelle.“
Finale aperto, libro su un dolore subito e sulla forza dell’amore perchè, come dice Massimo, il nonno, al nipotino Checco in coma: … “Mi senti, signor pesciolino? Se mi senti, capisci questo: due sistemi, come per esempio due persone, o due anime, o due mondi, se entrano in contatto, per sempre, finché esisteranno, risentiranno l’uno dell’altro. Potremmo dire che questa scoperta, fatta da un solitario e silenzioso ragazzo nel secolo scorso, sia l’equazione che ci racconta. Potremmo proprio dirlo.“ … Si tratta dell’equazione di Dirac, conosciuta come l’equazione del cuore. Non serve raccontare altro di questo libro, una storia apparentemente semplice ma intensa, il cui sviluppo, con un tocco noir, è narrato con maestria da quel magico raccontatore di storie che è Maurizio de Giovanni, sempre capace di colpire e agitare i sentimenti più profondi in ognuno di noi.
Da leggere.