L’educazione delle farfalle
La casa di legno brucia nel cuore della notte. Lingue di fuoco illuminano la vallata fra le montagne. Nel silenzio della neve che cade si sente solo il ruggito del fuoco. E quando la casa di legno crolla, restano soltanto i sussurri impauriti di chi è riuscito a fuggire in tempo. Ma qualcosa non è come dovrebbe essere. I conti non tornano. E il destino si rivela terribilmente Crudele nei confronti di una madre: Serena. Se c’è una parola con cui Serena non avrebbe mai pensato di identificarsi è proprio la parola «madre».Lei è lo «squalo biondo», una broker agguerrita e di successo nel mondo dell’alta finanza. Lei è Padrona del suo destino, e nessuno è suo padrone. Ma dopo l’incendio allo chalet tutto cambia, e Serena inizia a precipitare nel peggiore dei sogni. E Se l’istinto materno che lei ha sempre negato fosse più forte del fuoco, del destino, di qualsiasi cosa Nell’universo? E se davvero ci accorgessimo di amare profondamente qualcuno soltanto quando ci appare perduto Per sempre?
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Profondo. La prima parola che esce nei miei pensieri quando si parla di questo libro. Qui non stiamo parlando solamente del classico thriller di Carrisi, ricco di colpi di scena, imprevisti ed enigmi da risolvere. In quest’opera, lo scrittore trascina il lettore verso la lettura dell’anima del famigerato “squalo biondo” che dall’alto dei grattacieli di una Milano da “alta finanza” viene catapultata in un vortice di avvenimenti che la fanno apparire per la vera persona che è. Fragile, ma allo stesso tempo una madre combattente che ha sete di verità e che farà tutto il possibile per amore di sua figlia. Il coraggio di una donna di mettersi in gioco, anche quando avrà tutti contro dove la maggior parte delle persone cercherà di ostacolarla. A causa di un incredibile scherzo del destino troverà aiuto e conforto in una persona che mai poteva credere. E con questo, c’è da dire che gli esseri umani non smettono mai di sorprenderci, in tutte le loro sfumature. Ci sono persone a cui non regaleremmo mai una seconda possibilità ,invece se la meriterebbero tutta e altre che non penseremmo minimamente capace di alcuni gesti. Ah, la mente umana fino a dove può arrivare.

Questa storia serve da monito a tutti , un invito a non mollare, a cercare giustizia e verità in una società dove spesso tende ad insabbiare gli avvenimenti più tragici per non perdere la bella immagine costruita intorno a sé. Proprio come è successo in questo paesino della Svizzera, dove è ambientato il romanzo. Ma per quanto ci si butti alle spalle la triste realtà, ecco che lei viene a fare capolino  nella vita quotidiana dei personaggi. Non si può fuggire dalla verità perché questa verrà sempre a cercarti ,finché non verrà a galla.

Un romanzo dove Carrisi ,attraverso la sua semplice e profonda narrazione, riesce a far entrare nel cuore del lettore la protagonista Serena, facendo fuoriuscire tutte le sue paure e fragilità nell’essere madre, le sue incertezze, le sue paure. Ciò che fuoriesce maggiormente è l’ amore che nemmeno lei pensava di provare per sua figlia .Quando una donna è madre, spesso trova una forza dentro di sé che inspiegabilmente non sa nemmeno di possedere. Un libro che ci insegna che siamo tutti esseri umani e che non dobbiamo avere paura di esternare i propri sentimenti perché poi un giorno tutto ci sarà utile e tutto ci tornerà Indietro. Una storia che ci insegna che nella vita, nonostante un grande dolore, il destino spesso ci concede di andare avanti, crearsi una nuova vita, che avere una seconda chance è possibile, ma prima bisogna anche guadagnarsela e bisogna avere la consapevolezza di volerlo davvero. Proprio come ha fatto Serena con la sua caparbietà e determinazione.

Questo volume per me è un po’ come la “Bibbia” delle madri che non credono in loro stesse perché Carrisi riesce a mettere a nudo tutti i sentimenti, anche i più brutti e i più bui di Serena, dove ognuno può rispecchiarsi senza temere nessun giudizio e, nello stesso tempo ,insegna a non mollare mai per l’amore più grande che una mamma possa avere, ovvero quello per il proprio figlio. Perché, diciamocelo chiaro, senza filtri, tutti un po’ in alcune circostanze , siamo stati come Serena.

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