Il flusso dei miei pensieri si dirige verso questo libro. In realtà è una pozione magica, una miscela unica dove l’autrice imprime, tra le righe, la sua passionalità e il calore della sua terra.
Arrivo a questa scelta grazie al saggio consiglio di alcune amiche che conoscono il mio amore immenso per la Sicilia.
L’autrice sceglie gli ingredienti magici con cura e l’ambientazione è un periodo storico impegnativo e difficile come il Fascismo e non mancano le streghe.
Lenzavacche si presta a raccogliere quasi come gli otri per l’olio la preziosa trama, ma diventa anche il paese della vergogna e del peccato.
Spesso tra le lenzuola di lino pregiato si consumano amori clandestini, corpi che si saziano, ma niente di più, nessun legame solido. Siamo in un paese di streghe, non c’è posto per i sentimenti.
Viviamo tra pozioni magiche. La figura della strega non è mai stata apprezzata, sempre identificata come figlia del Diavolo che porta guai e maledizioni eppure ancora oggi affascinante.
In fondo anche nella nostra società ci sono streghe che nella vita devono costruire sapienti pozioni magiche per poter affrontare montagne imponenti.
Donne come nonna Tilde che non si arrendono mai.
Un libro che mi ha carpito sin dalle prime pagine, che emana profumi e invita ogni donna a creare la propria pozione magica.
“…la realtà e gli uomini sono come i libri, e io sono abituata a sfogliare le pagine”, cita l’autrice.
…Aloe e Valeriana stuzzicano la fantasia, accompagnatemi a Lenzavacche.