Le regole infrante
Dopo l’incidente, qualcosa in Vinni si rompe. Sua madre non c’è più. La testa sbanda, gratta, si inceppa, i farmaci tengono tutto in piedi, ma sono troppi. Vorrebbe tornare alla vita di prima, alla leggerezza dell’adolescenza. Ma per farlo deve passare da Villa delle Rose. È una clinica candida affacciata sul verde, promette lusso, efficienza e pace. Eppure qualcosa non torna. I pazienti sembrano in pausa. Fragili, sospesi, interrotti. Ciascuno è lì per un motivo differente e l’identico scopo: superare una dipendenza. Farmaci, alcol, sesso, gioco, cibo, non importa. Vinni si avvicina a Bianca, una donna elegante e spezzata che lotta contro l’anoressia e contro sé stessa. Bianca è innamorata di Toni, un residente della casa di cura. È una relazione che, per quanto complicata, li tiene in piedi, e nutre anche il rapporto tra le due donne. Finché non accade un evento che rompe i delicati equilibri della clinica. Un evento che nessuno riesce – o vuole – spiegare. A indagare arriva una commissaria che non si lascia distrarre dalle stranezze dei sospettati, né intimidire dall’ambiguo proprietario della struttura. Villa delle Rose trema. E poi qualcosa si muove. Lasciando al lettore uno spiraglio di redenzione in un romanzo corale, crudo, che gioca con l’inquietudine, la fragilità e il peso dei segreti.
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Dopo aver letto questo romanzo (dopo poche pagine in realtà) devo fare il mea culpa. Non mi aspettavo di leggere un libro così profondo e così emozionante. Non conoscevo l’autrice (mia ennesima mancanza) e non so da cosa derivasse questa mia convinzione. Tra l’altro il suo precedente romanzo (Le formiche non hanno le ali, che mi premurerò di leggere quanto prima, se non altro per espiare in parte le mie colpe) era comunque un libro che affrontava un argomento drammatico ed era emotivamente impegnativo. Non certo perché non ne avesse potenzialmente le capacità, quindi. Il mio era un semplice pregiudizio basato sul nulla e per il quale le chiedo scusa. Pregiudizio che però, fortunatamente, non mi ha impedito di leggere il libro. Un racconto dolce e duro al tempo stesso. Un libro che contrariamente da me (in questo caso) non ha pregiudizi e considera ogni persona una ricchezza, anche la più vulnerabile. Persone a cui la vita, ad un certo punto, ha voltato le spalle e li ha fatti cedere a debolezze e nevrosi, facendoli precipitare in baratri apparentemente senza uscita. Ma c’è sempre, o quasi sempre, un modo per uscirne. Bisogna solo trovare la “cura” migliore, che ci dia la consapevolezza di essere importanti e di essere comunque unici e irripetibili. La protagonista principale è Vinni, che a causa della morte della mamma in un incidente stradale, per il quale lei stessa è rimasta a lungo in coma, per cercare di superare il trauma, il senso di smarrimento, la rabbia per il suo radicale cambiamento di vita, inizia a far un uso smodato di farmaci per stordirsi, per fuggire dalla realtà. Fino a quando non viene deciso che l’unica via per recuperare un po’ di stabilità sia il ricovero in una clinica. Villa delle rose è il meglio per ricominciare. Li farà (e faremo) conoscenza con un gruppo di persone interrotte per vari motivi e succubi di dipendenze di ogni tipo. Bianca, Leo, Toni, Silvia sono personaggi del libro ma sono soprattutto persone, che potremmo incontrare ovunque: il vicino di casa, il commerciante sotto casa, lo studente, il professionista che ci aiuta a tenere i conti, persone che per tanti motivi si sono perse, che hanno deviato dalla via regolare per intraprenderne, spesso involontariamente, una più accidentata e pericolosa. Ma con il giusto aiuto e le giuste motivazioni possono tornare sui loro passi e riprendere il cammino perduto. Nella clinica poi ci sono psichiatri che vogliono bene ai loro pazienti. Di grande umanità. Che ci augureremmo di trovare, al bisogno, anche noi sulla nostra strada. Porti sicuri che rendono le terapie più sopportabili e di successo. Non mancano comunque i personaggi ambigui o del tutto negativi. Accadranno cose molto brutte che renderanno il romanzo ancora più emozionante e coinvolgente. Un libro bellissimo, che affronta un argomento duro e difficile con tenerezza e speranza. Che insegna che non si deve mai perdere la fiducia in se stessi e nel prossimo. Con coraggio e determinazione anche i problemi più grandi possono essere affrontati e superati. Se si trovano le persone che ci apprezzano per come siamo, con i nostri difetti e le nostre contraddizioni, tutto diventa possibile. Complimenti e grazie alla Gentilini per questo bellissimo libro.

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