Le regole della vendetta
Il Veneto orientale è un territorio unico: pianure a perdita d’occhio, campi coltivati, strade strette e impervie. Il tutto tagliato da lunghi rettilinei che puntano verso il mare. Qui niente si muove se non lo decide Santo Di Paola. Il suo impero, appoggiato dai “calabresi”, si basa su un gruppo di società fittizie gestite da Arianna Marino, manager capace e spregiudicata. La loro tattica è semplice: da una parte si insinuano nelle aziende in difficoltà riciclando denaro sporco, dall’altra stoccano rifiuti tossici e gestiscono il traffico di droga. Il risultato è una montagna di denaro che prende ogni giorno la strada di San Donà di Piave, dove Di Paola vive. Un giorno, però, le cose cambiano. Piccoli e grandi imprevisti cominciano a complicare gli affari: una partita di droga tagliata male, qualche imprenditore che alza la testa… Niente di davvero grave, eppure la sensazione è che qualcuno stia provando a fare terra bruciata attorno a Di Paola, spingendolo al passo falso. Quello che il boss non può sapere è che sulle sue tracce si è messa una donna estremamente pericolosa. Una donna che cova vendetta da cinque lunghissimi anni, Valentina Luisetto. È scaltra, paziente e ha una grande ossessione: eliminare Di Paola e riprendersi il suo territorio. In un crescendo di sospetti reciproci, di omicidi sempre più spietati e di innocenti brutalmente torturati, il cerchio attorno a Di Paola si stringe. Finché il vecchio boss non rimane solo. Ma è Valentina a gestire le trame dell’operazione, o è solo una pedina in un gioco più grande di lei?
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Da “ Le regole degli infami “ a ” Le regole della vendetta “ il passaggio compiuto da Romero nello studiare e nel portare alla luce, il Veneto tanto decantato per il suo miracolo economico prosegue in modo ben riuscito. Un Veneto nel quale le infiltrazioni malavitose sono divenute la norma. Il tutto in un mondo, quello basato sull’illegalità, che si avvia,in modo inesorabile, verso un cambiamento radicale, nel quale non esistono più i criminali di una volta, i criminali alla vecchia maniera, con comportamenti, e regole, determinate. Un Veneto, e direi non solo, nel quale l’essere operaio e/o, manovale e/o muratore ed avere qualche soldo in tasca è sempre meglio di un pezzo di carta che certifica una buona istruzione, come del resto, se sei una giovane “ attraente “,accettare le pressioni sessuali per far fronte alle difficoltà di trovare un lavoro. Un Veneto tra un passato di povertà ed un futuro di prosperità. Se si parla di Veneto orientale, non si può non parlare di Jesolo, con le sue stragi del sabato sera ed i capannoni incompleti ed abbandonati, con i suoi negozi di lusso, i ristoranti quotati, i locali notturni e la cosiddetta movida fonte di guadagni leciti ma soprattutto illeciti…. Jesolo che non è paragonabile con ciò che era 20 anni fa,  che tutti vorrebbero ma che in pochi sono in grado di prenderla, da mettere sotto controllo. In questo contesto un imprenditore immobiliare, con l’abuso di coca, malato di ludopatia con conseguente accentuarsi dei debiti, diviene un mediatore di compravendita. Una situazione che vede due facce della stessa medaglia: da una parte la facciata della legalità fatta di aziende dell’edilizia; dello smaltimento dei rifiuti; della sicurezza/vigilanza privata divenuto un settore, anzi un business interessante. Facciata che serve a coprire un’illegalità fatta di traffico e spaccio di sostanze con l’entrata in gioco di cartelli albanesi, messicani e calabresi; gioco d’azzardo; usura e controllo della prostituzione;lo smaltimento dell’eternit; un’illegalità che segue l’imperativo categorico del crimine odierno: “ ripulire più che guadagnare “. Ma ci sono altre regole da seguire, perché anche nel lecito, come nell’illecito, serve una professionalità fatta di competenze, impegno ed esperienza. Quanto ci viene descritto ruota intorno sia alla speculazione edilizia,con la morte di un operaio irregolare; sia al traffico di stupefacenti con la presenza della droga killer che crea allarme sociale e porta le forze dell’ordine a controllare il territorio danneggiando gli “ affari “, e l’inattendibilità dei tossici dediti al mentire. In quanto leggiamo individuiamo anche il possibile modo per fermare il crimine: colpire i capitali. Facile a dirsi, difficile a farsi. Sullo sfondo troviamo sia  gli effetti conseguenti alla guerra in Jugoslavia, che verrà poi ricordata come ex Jugoslavia: come gli ex militari croati divenuti guardiaspalle, sia un finale che non ti aspetti e che se vuoi scoprire chi vince la partita in atto per il controllo di Jesolo non puoi che augurarti che sia in arrivo un terzo episodio.

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