Odio, vendetta amore, cosa ti resta quando tutto ciò che conta ti è stato strappato? Cosa ti spinge ad andare avanti?
Selina, Jack e Marco: i loro destini si intrecciano, le loro storie nella Storia. Enrico Franceschini, con “Le notti di Mosca”, Baldini e Castoldi ed. ci porta nel 1999 in Russia, a Boris Eltsin e alla fine della sua presidenza, agli aspiranti che scalpitano e muovono le loro pedine per prendere il suo posto.
Attorno guerre più o meno dichiarate, molti affari (malaffari?), gli oligarchi, chi più, chi meno, asserviti al potente di turno. Tutto è possibile e l’azione, si svolge su piani diversi. Un thriller che ci porta in un vortice di luoghi, persone, fatti, destini, che mi ha fatto pensare a dei fili aggrovigliati, che piano piano, districandosi, ci portano al centro del potere. Al potente e scaltro Ministro della difesa russo, ben riconoscibile, che tesse la sua tela per diventare Presidente.
L’inizio fa accapponare la pelle, Selina Masdaev è costretta a vedere i suoi cari, marito e figli trucidati dai soldati russi. L’intervento di Marco Bassani, fraterno amico del marito, alla testa di un gruppo di guerriglieri ceceni, la salverà dalla morte ma non dalla dannazione di desiderare la vendetta, di vedere nel suo futuro un destino: quello di vedova nera. Rispondere alla morte con altra morte, in un vortice di dolore e disperazione che non può essere consolazione per nessuno. Nello stesso periodo, in Inghilterra, Jack McLean, membro delle SAS, truppe di élite dell’esercito britannico, perde il figlio.
Questi tre personaggi, ben costruiti e raccontati da Franceschini, saranno tra i protagonisti di una storia narrata in modo impeccabile, per i quali è facile provare empatia e allo stesso tempo orrore. Marco Bassani è il trait-d’union fra gli altri due. Arrivato in Cecenia per un reportage, non rientra in Italia perché ricercato. In Italia ha lasciato una moglie, nel frattempo ex e un figlio. Marco è il cognato di Jack, che dopo aver perso la moglie, non senza profonde riflessioni, rinuncia al figlio, che viene adottato dalla sorella e dal marito, per consentirgli una vita diversa. A seguito della perdita del figlio, in un incidente alquanto strano, Jack si dimette dalle SAS, inizia una propria indagine e decide di vendicarsi. Selina Masdaev, vedova, concepisce la sua vita solo per la vendetta, pur intuendo che ci sarebbe un’altra possibilità anche per lei, Marco non le è indifferente, ma i legami di sangue, la ricerca della vendetta, sono più forti. I tre concepiranno un piano per vendicarsi.
Non posso rivelare di più perché toglierei il piacere della lettura: colpi di scena, corruzione, amore, potere, ambizione, dolore, tragedie, le stanze del potere, l’intelligence, le decisioni, non manca nulla. Tutto raccontato con una scrittura fluida, con un coinvolgimento di chi legge che assomiglia ad un vortice che attira e tritura.
Leggendo lo sguardo va a quello che avrebbe potuto essere e non è stato, sapendo bene che non è con i “se” che si fa la Storia. Questo modo di raccontare, induce alla riflessione su quanto poco basti per cambiare i destini del mondo e alla possibilità di un futuro diverso.
Da leggere: perché Enrico Franceschini è una garanzia, poi perché c’è molta azione, un bel po’ di sentimenti, una spruzzata di ironia, quanto basta di suspense, il giusto di Storia.


