L’angelo delle tenebre
New York, estate 1897. All’uscita del Metropolitan Museum la figlia di un diplomatico spagnolo viene strappata dale braccia della madre e portata via. Chi si cela dietro questo gesto? Quali segrete ragioni hanno motivato il rapimento? Il mistero sembra insolubile, fino a che si comprende che ad agire è stata una misteriosa e oscura figura di madre vendicatrice: l'”angelo delle tenebre”.
Caleb Carr rimane una delle penne più accurate e magistrali nella narrazione del thriller psicologico storico ambientato nella Gilded Age, di cui tratteggia con maestria lustro, degrado e situazioni, soprattutto quelle legate ai bassifondi e alle realtà più povere.

L’Angelo delle Tenebre (Di Caleb Carr, 1997) è il seguito dell’acclamato L’Alienista, best seller del 1994. Come il primo, è ambientato nella New York di fine Ottocento. Dal testo è stata tratta la seconda stagione della serie televisiva L’Alienista, prodotta da Netflix, che ha ridato visibilità ai due romanzi, anche grazie a cast, sceneggiatura e atmosfere cupe.

Ci troviamo un anno dopo gli eventi de L’Alienista. La piccola Ana Linares, figlia di un diplomatico spagnolo, viene misteriosamente rapita dalla sua culla. Il caso sembra avere implicazioni politiche, viste le crescenti tensioni tra Spagna e Stati Uniti (tensioni che concorreranno alla guerra ispano-americana).

La madre della bambina, contro la volontà del marito, chiede aiuto a Sarah Howard, ex segretaria del capo della polizia di New York Theodore Roosevelt (futuro presidente) e ora investigatrice privata, dall’indole forte e fortemente femminista. Ad affiancare Sarah in questo secondo episodio ritroviamo Laszlo Kreizler, l’alienista, dottore della mente e pioniere nella comprensione delle motivazioni e delle patologie dei criminali, la cui figura non è ancora del tutto accettata dalla società dell’epoca; John Schuyler Moore, l’indolente giornalista del New York Times e cronista del caso; Stevie Taggert, amico di Moore, nuovo membro della squadra e voce narrante della storia; Marcus e Lucius Isaacson, fratelli gemelli poliziotti esperti in nuove tecniche forensi. La squadra di investigatori si ritrova a confrontarsi con una figura femminile enigmatica e spietata: “l’angelo delle tenebre”, la misteriosa Elspeth Hunter, che in realtà si rivela essere Libby Hatch, sospettata di aver assassinato diversi mariti e figli in passato e ora accusata di aver rapito la piccola Ana.

L’indagine porta i nostri protagonisti a Ballston Spa, una cittadina dello stato di New York assai lontana da Manhattan, dove viene alla luce un passato di infanticidi e oscuri segreti legati alla donna, che viene catturata nonostante la violenta protezione di criminali senza scrupoli. Il caso, però, non è chiuso. La vicenda si trasforma in un avvincente dramma processuale perché un noto avvocato, Clarence Darrow (un personaggio realmente esistito), assume la difesa di Libby Hatch.

Il gruppo di Kreizler viene coinvolto in un’intensa battaglia legale e psicologica per inchiodare la crudele omicida. In parallelo, inoltre, si svolge un’estenuante corsa contro il tempo per cercare di salvare la piccola Ana Linares, senza sapere se sia sopravvissuta alle tutt’altro che amorevoli cure della Hatch..

Lo stile narrativo di Caleb Carr riemerge del tutto in questo romanzo, combinando, come suo solito, il genere giallo e il thriller psicologico sullo sfondo di una raffinata e precisa ricostruzione storica. Con un espediente narrativo che rende la trama più credibile e avvincente, Carr inserisce, come nel primo con la presenza di Roosevelt, figure storiche realmente esistite: l’avvocato Clarence Darrow, il pittore Albert Pinkham Ryder ed Elizabeth Cady Stanton, agguerrita suffragetta dell’epoca.

Le atmosfere cupe e avvolgenti attraggono e affascinano il lettore, come anche la presenza di dettagli storici. Il ritmo di narrazione varia tra la prima parte, quella investigativa, e la seconda parte, quella legata alla vicenda processuale, che seppur inevitabilmente più lenta e statica riesce comunque ad affascinare.

Apparente pecca del romanzo, a detta della critica, è stato il cambio di narratore: nel primo libro rappresentato da Moore e qui affidato al suo amico Taggert. Tuttavia, il cambio di voce permette di considerare il personaggio del cronista, fedele amico di Kreizler, al pari delle altre figure.

Non abbastanza considerato dalla critica, Caleb Carr, scomparso circa un anno fa, rimane una delle penne più accurate e magistrali nella narrazione del thriller psicologico storico ambientato nella Gilded Age, di cui tratteggia con maestria lustro, degrado e situazioni, soprattutto quelle legate ai bassifondi e alle realtà più povere. Il personaggio dell’alienista, precursore dell’odierno psichiatra e in un certo qual modo del criminologo, comincia a vedere luce proprio nel periodo narrato da Carr, che ne getta le basi evidenziando l’incapacità della società dell’epoca di accettare uno studio che non si limitasse ai fatti manifesti per addentrarsi nei recessi dell’animo umano.

Nonostante si tratti di un’opera tutt’altro che recente, la lettura de L’Angelo delle Tenebre e del suo prequel L’Alienista è fortemente consigliata per immergersi nelle ambientazioni dell’America di fine Ottocento, per indagare sull’origine di un mestiere oggi così importante e soprattutto per godere dell’eccelsa scrittura e della meticolosa ricerca di un grande scrittore come Caleb Carr.

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